Le piante "reagiscono" quando vengono mangiate o danneggiate: lo suggerisce uno studio
Quante volte abbiamo sentito dire che una delle motivazioni per la scelta di una dieta vegana è il fatto che, mentre gli animali soffrono, le piante non sentono dolore?
La frase fa spesso storcere il naso, ma fino ad ora non c'erano i mezzi per controbattere in maniera convincente. Un nuovo studio sull'argomento ha sbugiardato questa convinzione. Secondo i ricercatori, infatti, le piante rispondono ai traumi in modo molto simile a come fanno gli animali.
Masatsugu Toyota, ricercatore dell'Università di Saitama (Giappone), e Simoin Gilroy, professore dell'Università del Wisconsin-Madison (U.S.A.), hanno svolto alcune ricerche sulle piante per capire se questi organismi sentano dolore al pari degli animali. Per farlo, i due ricercatori hanno sviluppato piante capaci di produrre una proteina fluorescente in prossimità delle concentrazioni di calcio.
Perché proprio il calcio? Gilroy ha spiegato che calcio e glutammato sono le due sostanze implicate nella comunicazione dei segnali nervosi nell'organismo animale. In parole povere, quando subiamo un trauma, questo scatena il rilascio del glutammato che, a sua volta, attiva il calcio, il quale si mette in moto per comunicare la sensazione a tutto il corpo. Qualcosa di simile accade nelle piante.
Per mostrare cosa succede nell'organismo di una pianta quando viene morsa da un bruco o tagliata da una cesoia, i ricercatori hanno pubblicato alcuni video. Nei pochi secondi di immagini, si vede la pianta subire il trauma e subito dopo accendersi improvvisamente (a causa della proteina fluorescente).
Ciò significa che il calcio si è propagato in tutto l'organismo vegetale per comunicare ciò che è accaduto. A seguito della comunicazione del trauma, la pianta reagisce rilasciando sostanze curative che servono, contemporaneamente, anche ad allontanare eventuali nuovi predatori.
Gli studi di Toyota e Gilroy non ci danno, chiaramente, la certezza che le piante provino dolore. Tuttavia dimostrano che questi organismi rispondono alle ferite e agli attacchi in un modo notevolmente simile al nostro.
Source:
https://science.sciencemag.org/content/361/6407/1068