Solo a luglio 2019 la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 278%
Non è un mistero, né tantomeno una novità: l'uomo, con le sue attività, la sua scarsa lungimiranza e la sua necessità costante di profitto, sta letteralmente distruggendo gli ecosistemi della Terra.
Gli squilibri sono ormai evidenti e, purtroppo si aggravano giorno dopo giorno. Inquinamento nei mari e nell'aria, sfruttamento eccessivo delle risorse non rinnovabili, mutamenti di habitat e intere aree: sembra proprio che gli uomini siano capaci di tutto, tranne che di valutare con prudenza le conseguenze di ciò che fanno.
Uno dei problemi principali legati allo sfruttamento del Pianeta è la deforestazione, un fenomeno che va avanti da anni, causando un impoverimento costante delle risorse, della biodiversità e mettendo a rischio salute e sopravvivenza di moltissime specie animali. La foresta amazzonica, in questo senso, è tornata a far registrare tassi di disboscamento mai così alti. Di seguito il preoccupante quadro di una situazione che troppo spesso passa sotto silenzio.
via The Telegraph
Rispetto a luglio 2018, nello stesso mese del 2019 la deforestazione dell'Amazzonia è cresciuta del 278%. Un aumento enorme, confermato dai nuovi dati satellitari dell'Istituto brasiliano per la Ricerca Spaziale (INPE). Si stima che siano andati perduti per sempre 2253 chilometri quadrati di vegetazione, vale a dire un'area grande circa il doppio della città di Los Angeles.
È, senza ombra di dubbio, la più grande impennata di disboscamento che il preziosissimo "polmone verde" del mondo abbia mai subito da quando la sua situazione viene monitorata attraverso i satelliti dell'INPE. Proprio gli scienziati dell'istituto di ricerca brasiliano sono al centro di aspre polemiche con il Presidente del Brasile Bolsonaro, da sempre dichiaratosi scettico nei confronti dei cambiamenti climatici e intenzionato ad "aprire" ancora più spazi nella foresta, per interessi agricoli e minerari.
Il leader brasiliano ha, semplicemente, bollato i dati dell'agenzia come "bugie", licenziandone il capo e assumendo il controllo della deforestazione tramite una società privata. Atti e decisioni che rappresentano una sorta di "naturale evoluzione" delle politiche ambientali sempre meno restrittive portate avanti da Bolsonaro, nell'ottica di dare maggiore spazio e libertà di azione a chiunque abbia interessi commerciali sull'area.
La foresta amazzonica, la più grande di questo tipo rimasta sulla Terra, continua ad estendersi per 5,5 milioni di chilometri quadrati ma, se i ritmi di disboscamento continueranno di questo passo - o peggioreranno -, in futuro l'enorme distesa di alberi potrebbe diventare solo un lontano ricordo.
Un rischio che nessuno può permettersi, poiché l'Amazzonia, da sola, assorbe fino a 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica ogni anno e rilascia circa il 20% dell'ossigeno terrestre. Va da sé, allora, che proteggerla dalla distruzione sia uno dei passi fondamentali da compiere per combattere crisi e cambiamenti climatici. Solo così potremo tentare di mettere un freno a una situazione già fin troppo compromessa.