Nel 2017 una nube radioattiva ha invaso i cieli europei, ma nessuno ne ha parlato
Sappiamo quanto possa essere pericolosa una centrale nucleare. Se questa ha un problema che non viene risolto in tempo, il rischio è quello di una fusione e di un conseguente disastro di proporzioni inimmaginabili. Černobyl (1986) e Fukushima (2011) ci hanno dato un saggio della distruttività dell'energia nucleare e le loro conseguenze sono ancora ben presenti nelle regioni colpite.
Anche nel 2017 c'è stato un problema in una centrale nucleare, ma nessuno ne ha parlato.
via PNAS
Siamo nel 2017 e la centrale di Majak, negli Urali, ha un "piccolo" problema. La centrale è già stata dichiarata in stato di emergenza nel 2010, ma continua a produrre bombe atomiche, nonostante il rischio di una fusione.
Il problema alla centrale diventa sempre più importante ma, fortunatamente, coinvolge un impianto di rilavorazione nucleare e non un reattore. La centrale, quindi, non esplode. Tuttavia, a causa dei guasti agli impianti, una nube tossica viene rilasciata nell'atmosfera e si sposta verso i paesi europei limitrofi: Ucraina, Bulgaria, Macedonia, Grecia, Albania, Italia, Francia e Germania. La nube raggiungerà anche Asia, Penisola Arabica e finanche i Caraibi. Tutto nel silenzio di media e autorità.
La dinamica dell'incidente e le conseguenze sono divenute note solo nel 2019, quando 70 scienziati hanno analizzato oltre 1.300 misurazioni di Rutenio-106. Secondo gli esperti, l'incidente ha rilasciato una nube tossica in cui i valori di Rutenio-106 erano 100 volte superiori a quelli del disastro di Fukushima.
Tuttavia, avvisano i ricercatori nel loro studio, le concentrazioni raggiunte dal Rutenio-106, per quanto importanti, non rappresentano assolutamente una minaccia per la salute. Per questo l'incidente non ha attirato l'attenzione dei governi mondiali.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo, pur nella consapevolezza che l'energia nucleare può essere davvero pericolosa!