Il Brasile ha perso mezzo miliardo di api in soli 3 mesi: non si ferma la strage dei pesticidi

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di Lorenzo Mattia Nespoli

21 Agosto 2019

Il Brasile ha perso mezzo miliardo di api in soli 3 mesi: non si ferma la strage dei pesticidi

È una vera e propria strage silenziosa, quella che in tutto il mondo sta colpendo le api. Questi insetti impollinatori, che a volte possono risultare fastidiosi per l'uomo, sono in realtà alleati e artefici preziosi nel mantenimento di equilibri naturali e ambienti sani. 

Grazie al loro operato - e a quello di altri insetti simili, altrettanto a rischio - moltissimi prodotti della terra possono crescere in salute e arrivare sulle nostre tavole. Se le api venissero a mancare, infatti, la lista dei cibi non più disponibili sarebbe davvero lunga

Le notizie relative alla graduale scomparsa delle api si susseguono inesorabili. In alcune parti del mondo, però, la situazione sta assumendo caratteri davvero drammatici. È il caso del Brasile, dove le perdite hanno raggiunto cifre a sei zeri in un brevissimo periodo di tempo. Vediamo perché.

via BBC

PollyDot/Pixabay

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A dare l'allarme, un'indagine di Unhearted, il ramo investigativo di Greenpeace, che si occupa di inchieste ambientali. Secondo l'organizzazione, soltanto tra maggio e luglio 2019, il Brasile ha perso più di 500 milioni di api. La causa, tristemente, è ancora una volta da rintracciare nelle attività dell'uomo.

Nello specifico, l'impiego di determinati pesticidi sarebbe aumentato in modo esponenziale nello Stato sudamericano, nonostante proprio gli stessi prodotti siano stati gradualmente vietati in molte parti del mondo. In Europa, ad esempio, non possono più essere venduti e usati.

I pesticidi in questione fanno parte della classe dei neonicotinoidi, composti chimici ritenuti ormai fatalmente dannosi per gli insetti che si posano sulle piante "trattate". In Brasile, il loro utilizzo - invece di diminuire - è aumentato: sono ben 193 i prodotti che li contengono, secondo quanto registrato da Greenpeace.

I dati diffusi dall'organizzazione descrivono picchi nella vendita e nell'utilizzo di questi pericolosi antiparassitari avvenuti durante i governi di Temer e Bolsonaro. Proprio quest'ultimo, da quando è in carica come presidente, ha approvato moltissimi prodotti con ingredienti ritenuti pericolosi sia per la salute umana che per l'ambiente.

Così, il Brasile è divenuto il maggiore acquirente di pesticidi al mondo. L'uso massiccio di questi prodotti è dovuto a un'economia basata quasi interamente sull'agricoltura. I profitti e i raccolti abbondanti e "perfetti", tuttavia, stanno avendo pesanti ripercussioni sugli insetti.

Le api sane, infatti, vengono facilmente contaminate da quelle malate per via dei pesticidi, e ciò crea una catena infinita che arriva a provocare vere e proprie stragi di massa. Tutto questo, poi, avviene in una situazione già particolarmente difficile per gli insetti gialli e neri, che perdono i loro habitat e soffrono per i cambiamenti climatici.

Sono molte, ormai, le organizzazioni in difesa dell'ambiente che sono intervenute sul tema. Fra esse, anche il WWF ha sottolineato che è possibile invertire la tendenza e tentare di ripopolare gli alveari.

Gli sforzi devono essere notevoli e comprendere cambiamenti radicali nell'utilizzo delle zone verdi e dei prodotti che impieghiamo giorno dopo giorno. Solo con l'impegno concreto da parte di tutti, l'uomo potrà cercare di contenere i danni che lui stesso ha provocato - e rischia di provocare - alla sua salute e all'ambiente in cui vive.

Zeynel Cebeci/Wikimedia

Zeynel Cebeci/Wikimedia