La storia di Sarah Rector, la ragazza troppo ricca per essere considerata di colore

di Giuseppe Varriale

31 Agosto 2019

La storia di Sarah Rector, la ragazza troppo ricca per essere considerata di colore

Nel corso delle epoche, chi deteneva il potere ha spesso tenuto sotto controllo e soggiogato i più deboli, magari solo perché il colore della loro pelle era diverso.

L'America ha conosciuto molte storie di razzismo e soprusi. Gli imperi del Mesoamerica sono stati spazzati via, i Pellerossa sono stati confinati nelle riserve e uomini e donne di colore hanno dovuto lottare per centinaia di anni prima di vedere i propri diritti riconosciuti. La storia che vi raccontiamo è quella di Sarah Rector. Al centro c'è, ovviamente, il razzismo. Tuttavia, in questo caso, c'è stato anche un lieto fine.

via thepatriot.co.zw

Commons/Wikimedia

Commons/Wikimedia

Sarah Rector nacque nel 1902. Prima della sua nascita, i suoi antenati erano ancora schiavi della tribù indiana dei Creek. Quando, alla fine della Guerra di Secessione (1865) gli Stati del Nord abolirono la schiavitù, i nonni di Sarah ricevettero, insieme alla libertà, un piccolo appezzamento di terra.

Il terreno concesso ai Rector risultò inadatto alla coltivazione: la sua terra era arida e per raggiungerlo i Rector dovevano spostarsi per oltre 100 km. Oltre a ciò, ogni anno lo stato chiedeva 30$ per la proprietà. Per questo motivo Joseph, il padre di Sarah, decise di venderlo. Ma gli fu impedito di farlo poiché la terra era stata concessa in virtù degli accordi tra il Governo e la popolazione dei Creek. E fu una fortuna!

Nel 1911 Joseph affidò il terreno alla Standard Oil Company, nella speranza che l'azienda vi trovasse il petrolio. Ma anche questo si rivelò un fallimento. Solo nel 1913, quando Sarah aveva 11 anni, una trivella petrolifera indipendente trovò davvero l'oro nero. Nel giro di poco tempo, quella che sembrava una terra brulla e sterile, si rivelò una miniera d'oro.

Facebook

Facebook

La proprietà di Sarah produceva circa 2.500 barili di petrolio al giorno, per un corrispettivo di 300 dollari (attualmente sarebbero 7.500). Una fortuna incalcolabile. Intanto, la ragazzina era rimasta sola e, per curare i suoi interessi, lo Stato le affidò un tutore bianco. Ma l'uomo che avrebbe dovuto aiutarla si dimostrò un corrotto approfittatore.

Fu solo grazie all'interessamento della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), Associazione statunitense per i diritti e l'affermazione delle persone di colore, e soprattutto di Booker T. Washington, educatore e punto di riferimento per la comunità afroamericana dell'epoca, che le sorti di Sarah si risollevarono. L'uomo aiutò la ragazza a migliorare la sua condizione sociale e la sua istruzione. Così, Sarah divenne una donna diplomata.

Ma il mondo di carnagione chiara non accettò mai il fatto che una ragazza di colore potesse essere una delle persone più ricche del pianeta. Infatti, mentre Sarah riceveva migliaia di proposte di matrimonio, il Governo degli Stati Uniti dichiarò che la ragazza era di carnagione bianca. Sebbene la storia di Sarah abbia avuto un lieto fine, non c'è dubbio che fa riflettere sui tanti modi in cui, negli anni, si è manifestato il razzismo, nonché su quanta fatica sia necessaria per arrivare all'uguaglianza.