Il Kenya introduce la pena capitale contro il bracconaggio per salvare gli animali in estinzione
La fauna di tutto il Pianeta è messa a durissima prova ogni giorno a causa dell'incosciente azione dell'uomo che, nel corso di decenni, ha causato l'estinzione di moltissime specie di animali. Purtroppo, attività come la caccia persistono anche al giorno d'oggi, tanto che in Africa esistono persino degli appositi safari in cui ricconi di tutto il mondo si divertono a massacrare leoni, elefanti, giraffe ecc.. Il Kenya, a tal proposito, sta prendendo delle misure molto serie: chi continuerà a praticare l'attività di bracconaggio sarà punito con la pena di morte.
via News 360
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Una proposta di legge molto forte, quella del Kenya, che arriva in seguito a diverse altre misure alternative che, purtroppo, non hanno sortito l'effetto desiderato. Per chi uccideva animali in via d'estinzione, era prevista una multa di 200.000$ ma, a quanto pare, nemmeno questo tipo di provvedimento è riuscito nell'intento di fermare i bracconieri. Ora il Kenya ha dichiarato che ricorrerà alla pena di morte se qualcuno violerà questa legge.
Il Kenya non sta più applicando la pena di morte, tuttavia, questa barbara pratica non è mai stata formalmente abolita nel Paese.
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Un'iniziativa molto controversa, dunque, che sta dividendo il mondo intero. Le Nazioni Unite sono molto critiche rispetto a questa mossa del governo keniota, in quanto sono da sempre schierate contro la pena di morte che, di fatto, rappresenta una violazione dei diritti dell'uomo. Dall'altro lato è pur vero che il Kenya ospita moltissime specie di animali selvatici sono ora in via di estinzione e corrono costantemente rischi enormi proprio a causa del bracconaggio.
La notizia positiva è che, comunque, rispetto al 2013, l'uccisione di rinoceronti è diminuita dell'85%, mentre quella di elefanti è diminuita del 78%.
Per ora, il Kenya rimane l'unico Paese africano ad aver proposto una legge così estrema per far fronte al fenomeno della caccia illegale.