In Giappone riparte la caccia ai delfini: una mattanza lunga 6 mesi contro creature indifese

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di Lorenzo Mattia Nespoli

06 Settembre 2019

In Giappone riparte la caccia ai delfini: una mattanza lunga 6 mesi contro creature indifese

La crudeltà degli uomini nei confronti di animali indifesi spesso non ha limiti. Sono moltissimi gli esempi intorno a noi che ce lo testimoniano. Dalla caccia tradizionale agli episodi illegali di bracconaggio, queste pratiche sono ancora oggi molto praticate, anche ai danni di specie considerate a rischio.

Nel mondo esistono culture e tradizioni che portano avanti veri e propri massacri, gratuiti e immotivati. Spesso, in questi contesti, con il pretesto di far sopravvivere elementi culturali o di utilizzare la carne, si continuano a prevaricare dignità e vite di moltissimi animali. È il caso, ad esempio, della caccia annuale ai delfini in Giappone, un massacro dalla portata enorme che continua a suscitare non poche polemiche.

via BBC

Ric O'Barry's Dolphin Project/Facebook

Ric O'Barry's Dolphin Project/Facebook

Si stima che, da settembre 2019 a marzo 2020, nel Paese del Sol Levante verranno uccisi circa 1700 delfini. Il pretesto? Macellarli o rivenderli ai parchi acquatici. La caccia avviene, come di consueto, nella Baia di Taiji, e fa seguito all'apertura di un'altra caccia tradizionale, quella alle balene.

Più che di "caccia", però, sarebbe opportuno parlare di "mattanza", perché i malcapitati mammiferi acquatici vengono spinti verso un'insenatura chiusa dai pescatori, per poi rimanere intrappolati e uccisi. Descrizioni sommarie che sono già sufficienti a comprendere ciò che avviene in Giappone. 

Se a ciò aggiungiamo anche il fatto che gli animali sono letteralmente "selezionati" perché siano di bell'aspetto per poter piacere al pubblico dei parchi acquatici, ci accorgiamo davvero di quali atrocità è capace l'uomo. A questo scopo, i piccoli delfini vengono separati dai genitori, spesso uccisi davanti ai loro occhi.

Pixabay

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Per quanto riguarda la carne di delfino, i dati parlano di un netto calo di questa richiesta. Di conseguenza è chiaro che si tratta di un pretesto portato avanti per la sola necessità di mettere in piedi la mattanza.

Da anni sono molte le associazioni ambientaliste che si battono contro ciò che accade nella Baia di Taiji. Nonostante le lotte e le proteste, sembra che nessuno riesca a fermare questo macabro appuntamento annuale. Le popolazioni continuano a ritenerlo fondamentale per il loro sostentamento anche se, come già detto, le cose non stanno esattamente così.

Stop the Dolphin Slaughter/Facebook

Stop the Dolphin Slaughter/Facebook

Non resta che augurarsi che prima o poi ci si possa rendere conto che l'uomo - neanche per tutto il denaro o i profitti del mondo - non può arrogarsi il diritto di commettere tali spietatezze nei confronti di creature che, proprio come noi, provano emozioni e hanno diritto a vivere indisturbate nel loro habitat.

Source:

https://www.dolphinproject.com/blog/first-red-cove-of-season-rissos-dolphins-slaughtered/