Un team di scienziati ha scoperto il modo per raccogliere e conservare l'energia solare per 10 anni
L'energia solare è una delle fonti rinnovabili più utilizzate. Tuttavia, viene spesso criticata per i costi che comporta e per la sua intermittenza e non programmabilità.
L'energia solare, infatti, è influenzata dalle condizioni meteorologiche e non è reperibile durante le giornate nuvolose, né di notte. Non sarebbe perciò stupendo se fossimo capaci di conservare l'energia fornita dal sole durante il giorno per anni? Alcuni ricercatori ci sono riusciti, e hanno messo a punto un sistema per raggiungere questo obiettivo.
Chalmers University of Technology
Un team di scienziati svedesi ha prodotto un fluido, denominato "combustibile solare termico", in grado di immagazzinare energia solare per oltre un decennio. Jeffrey Grossman, ingegnere del MIT, ha spiegato che questo combustibile solare termico può essere paragonato ad una batteria ricaricabile, dove al posto dell'elettricità si mette la luce del sole, la quale genera calore che viene trattenuto e rilasciato quando è necessario.
Per rendere effettivamente operativo il progetto, i ricercatori della Chalmers University of Technology di Gothenburg (Svezia) hanno lavorato per oltre un anno allo sviluppo della molecola di cui è composto il fluido termico.
Nel dettaglio, i ricercatori hanno spiegato che lo speciale materiale è composto da carbonio e idrogeno. Quando il fluido viene colpito dalla luce solare, la molecola si comporta in modo insolito: i legami tra i suoi atomi si riorganizzano dando origine ad una "nuova versione", che risulta essere fortemente energizzata.
In questo modo l'energia prodotta riesce a conservarsi, sotto forma di molecole cariche di energia, anche dopo che il fluido si è raffreddato, in media per 10 anni.
Gli autori del progetto hanno poi cominciato a testare il combustibile. Mettendo in contatto il fluido con un catalizzatore che riscalda il combustibile termico fino a 63 gradi centigradi, e riconvertendo le molecole alla loro forma originale, sono riusciti ad ottenere energia sufficiente a portare avanti le attività di tutta l'università.
Una volta esaurita la sua energia, il fluido è stato caricato nuovamente (fino ad un massimo di 125 volte) semplicemente esponendolo ad raggi solari. Il progetto richiederà ancora qualche anno di sperimentazioni, ma i ricercatori sono fiduciosi che sarà in commercio entro il 2030.