Scoperto un idrogel che può riparare i vasi lacerati e bloccare le emorragie: i primi test sono incoraggianti
L'emorragia è la perdita di sangue dai vasi (arterie, vene e capillari). Quando è esterna e superficiale, il corpo umano riesce a bloccarla senza alcuno sforzo grazie alle piastrine. Le emorragie massive richiedono invece un trattamento urgente di primo soccorso, dato che portano alla perdita di un volume di sangue molto elevato, una situazione che mette in serio pericolo la vita del paziente. Un team di ricercatori ha trovato un metodo per bloccare un'emorragia più velocemente di quanto non sia possibile oggi.
via Phys.org
Il metodo più utilizzato per bloccare le emorragie e curare i vasi è il clampaggio, che consiste nel "pinzare" il vaso danneggiato prima di sigillarlo con i punti di sutura. Alcuni ricercatori cinesi hanno, però, studiato un metodo alternativo che permetterà, in futuro, di bloccare l'emorragia e riparare il vaso danneggiato in tempo record, limitando enormemente i rischi per i pazienti.
In un articolo pubblicato su Nature Communications, il team ha descritto la formulazione come un idrogel capace di chiudere un'arteria lesionata in non più di 20-30 secondi. Lo studio non è del tutto inedito: già in passato erano stati messi a punto gel capaci di "incollare" i lembi di un vaso o di un organo perforato, ma finora i prodotti di questo tipo risultavano tossici, oppure non abbastanza resistenti per resistere alla pressione sanguigna.
L'idrogel di nuova ideazione, invece, non ha rivelato alcuna tossicità ed esaurito il suo compito ha dimostrato di dissolversi senza lasciare tracce nell'organismo. È formato da acqua, gelatine e proteine ed imita perciò la struttura dei tessuti connettivi umani. Se sottoposto a raggi UV si ispessisce, solidifica e aderisce alla ferita, divenendo così robusto da sopportare una pressione sanguigna di 290 mm Hg, quindi ben superiore a quella fisiologica (60-160 mm Hg).
Finora l'idrogel è stato testato con successo sulle arterie carotidee e femorali di maiali e conigli. Oltre a richiudere le lesioni e a bloccare le emorragie, ha contribuito a guarire le ferite, che si sono rimarginate senza infiammazioni. Occorreranno, tuttavia, ulteriori test sugli animali e altri studi sulla sua eventuale tossicità, prima che possa essere utilizzato su tessuti umani. Le premesse sembrano però già molto promettenti.