Po d'Amare: il progetto che blocca la plastica nel fiume Po per evitare che raggiunga il mare

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di Lorenzo Mattia Nespoli

19 Settembre 2019

Po d'Amare: il progetto che blocca la plastica nel fiume Po per evitare che raggiunga il mare

Il problema dell'inquinamento da plastica non riguarda soltanto mari e oceani. La plastica è ovunque: infesta, inquina e sporca qualsiasi riserva d'acqua, laghi e fiumi compresi. E non si tratta di un problema "lontano", solo perché magari è scarsamente visibile in un primo momento.

Anche in Italia le acque non godono di buona salute, e la situazione non è certo in miglioramento. È davvero urgente limitare l'utilizzo della plastica e fare in modo che si attui uno smaltimento consapevole e opportuno, così come è necessario intervenire su laghi, mari e corsi d'acqua inquinati, per il nostro bene e per quello del prezioso ambiente in cui viviamo.

Il Po, maggiore fiume della Penisola, è, tristemente, un enorme contenitore di rifiuti plastici. Nelle sue acque ogni giorno transitano quantità enormi di oggetti non smaltiti. Per fortuna, però, c'è chi ha deciso di fare qualcosa di concreto, con un progetto davvero utile affinché il lungo e meraviglioso fiume possa vedere giorni migliori. Scopriamolo in dettaglio.

via Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

Susdef/Youtube

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Si chiama Po d'Amare ed è basato su un concetto semplice: preso atto delle grandi quantità di plastica nel fiume, occorre toglierle dall'acqua. Come? Attraverso l'installazione di apposite barriere in polietilene che blocchino il flusso dei materiali di scarto, consentendone poi la raccolta e il riciclo. Una soluzione che ricorda quella già adottata lungo alcuni fiumi australiani, e che sta dando ottime speranze.

Le strutture di Po d'Amare sono progettate per consentire il normale svolgimento della vita fluviale, come le attività di pesci o il transito delle imbarcazioni. Per cercare di raccogliere quanta più immondizia possibile, inizialmente il progetto è stato messo in pratica vicino alla foce del Po, ossia in Provincia di Ferrara, proprio dove il fiume di 650 km sta per confluire nel Mare Adriatico.

Susdef/Youtube

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Le barriere in polietilene sono ancorate ai lati del fiume e collegate fra loro, molto flessibili e resistenti alle correnti. Si tratta di "dighe" che svolgono un fondamentale compito ecologico e riescono a intercettare tutti i materiali di scarto galleggianti. Proprio il fatto che siano poste a filo d'acqua consente di non creare danni o disagi ai pesci. Le barche, allo stesso tempo, possono tranquillamente transitare al centro del corso d'acqua.

Autorità distrettuale del fiume Po/Facebook

Autorità distrettuale del fiume Po/Facebook

Una volta raccolti i detriti di plastica (ma anche di vetro, alluminio e altri materiali), si pesano e si quantificano per poi essere inviati nei centri di riciclaggio, pronti per mille nuove applicazioni. Questa lodevole e importantissima iniziativa si deve all'impegno dei consorzi Corepla e Castalia, della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nonché al coordinamento dell'Autorità distrettuale del Fiume Po. 

E, dopo le prime applicazioni nel ferrarese, Po d'Amare è arrivato anche a Torino, dove le speciali barriere anti-plastica sono state installate anche nelle zone centrali della città, lungo il corso del grande fiume. Le "dighe" rimarranno nel corso d'acqua per mesi, cercando di bloccare sul nascere il lungo viaggio dei rifiuti fino al mare, nonché fornendo nuovo materiale adatto al riciclo e all'economia circolare.

Autorità distrettuale del fiume Po/Facebook

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Non c'è che dire: quando leggiamo e prendiamo atto che esistono iniziative del genere di sicuro ci sentiamo rincuorati. Anche se la strada da percorrere per far risorgere le nostre acque è ancora lunga, attraverso l'ingegno e l'impegno di progetti come Po d'Amare possiamo davvero cambiare qualcosa.

Autorità distrettuale del fiume Po/Facebook

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