Un iceberg di 1.636 chilometri quadrati si è staccato dall'Antartide orientale
Secondo i dati pubblicati dal The Guardian, un blocco di ghiaccio della stessa grandezza della città di Londra si è staccato dalla piattaforma Amery in Antartide. Questo iceberg, chiamato dalla scienza D-28, si sarebbe staccato dal blocco principale il 26 settembre 2019, non sorprendendo troppo gli esperti, che da anni aveva purtroppo previsto l'evento nell'Antartico orientale. Ora però, la notizia sta sollevando domande e timori sulle conseguenze catastrofiche dello scioglimento dei ghiacci perenni sul Pianeta Terra.
via The Guardian
Secondo le stime, la superficie dell'iceberg che si è separato è di circa 1,636 chilometri quadrati, vale a dire 50 x 30 chilometri. La Divisione Antartica Australiana, assieme agli sforzi dell'Institute of Marine and Antarctic Studies e lo Scripps Institution of Oceanography, ha però affermato che il fenomeno era stato ampiamente previsto sin dai primi anni del 2000.
Questi scienziati avevano difatti notato una spaccatura nella parte anteriore della piattaforma D-28 già circa venti anni fa, e avevano calcolato l'evento tra il 2010 e il 2015. Nulla di particolarmente preoccupante per la scienza, se non che ora non si conoscono esattamente le conseguenze dello staccamento dell'iceberg.
Se è vero che la frattura non influirà negativamente sul livello del mare stando alle dichiarazioni di Helen Amanda Fricker della Divisione Antartica Australiana, non si conoscono difatti le influenze che potrebbe avere sullo scioglimento di altri blocchi di ghiaccio dell'Antartico orientale. Ci sarà da preoccuparsi?
Nel frattempo, i dubbi scientifici sul futuro delle riserve perenni di ghiaccio ai Poli del nostro Pianeta continuano ad addensarsi in maniera sempre più oscura.