Perù, sequestrata una nave con 12 milioni di cavallucci marini pescati illegalmente: un bottino da 6 milioni di dollari

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di Marco Renzi

06 Ottobre 2019

Perù, sequestrata una nave con 12 milioni di cavallucci marini pescati illegalmente: un bottino da 6 milioni di dollari

I cavallucci marini sono una specie ormai notoriamente minacciata a causa della trasformazione del loro habitat ma anche della pesca incontrollata di cui sono oggetto da anni. Questi animali sono particolarmente richiesti come ingrediente della medicina tradizionale cinese, ma anche come souvenir o snack da strada, e perciò i pescatori di tutto il mondo, in barba alle regole che ne proteggono la popolazione, ne fanno incetta con la prospettiva di alti guadagni. Proprio come stava facendo l'equipaggio della nave Adonay, un peschereccio peruviano, che all'inizio di ottobre 2019 è stato fermato dalle autorità peruviane con un bottino davvero poco encomiabile.

via Ministerio de la Producción - Perù

publicdomainpictures.net

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Dopo aver monitorato per giorni la nave da pesca, il ministero della produzione del Perù, in collaborazione con le autorità della Marina, ha effettuato il fermo della Adonay scoprendo su di essa la presenza di ben 55 scatoloni colmi di cavallucci marini essiccati. Il loro numero, che supera i 12,3 milioni di esemplari, avrebbe fatto guadagnare circa 6 milioni di dollari, presumibilmente sul mercato orientale.

Dopo aver proceduto all'arresto dell'equipaggio (che secondo le leggi vigenti rischia tra i 3 e i 5 anni di prigione), le autorità hanno raccolto il triste carico per inviarlo, come da procedura, agli enti di ricerca e alle università che possono almeno usare gli animali essiccati per i loro studi.

Ministerio de la Producción - Perù

Ministerio de la Producción - Perù

L'operazione fa parte di un progetto molto ampio che punta a controllare in maniera serrata le coste del paese e scoraggiare eventuali iniziative imprenditoriali poco ortodosse. Dal canto nostro, come cittadini in tutto il mondo, possiamo però contribuire con il buon senso, cercando di evitare il consumo di animali minacciati o il finanziamento anche indiretto di strutture che prevedano lo sfruttamento di creature innocenti.