In Norvegia, questo sommergibile nucleare affondato rilascia radiazioni 800mila volte superiori alla norma

di Giuseppe Varriale

20 Ottobre 2019

In Norvegia, questo sommergibile nucleare affondato rilascia radiazioni 800mila volte superiori alla norma

Il K-278 Komsomolec era un sottomarino nucleare da attacco della Marina Sovietica, entrato in servizio negli anni Ottanta. Fu prodotto per testare alcune tecnologie avanzate ed operare a profondità superiori a mille metri.

A causa di un incendio, il 7 aprile 1989 questo gigante subacqueo, lungo oltre 117 metri e largo 10, affondò nel Mare di Norvegia, alcune centinaia di chilometri a nord della città di Tromsø. Con sé, portò negli abissi anche i 42 membri dell'equipaggio. Da allora viene annualmente monitorato. I dati raccolti nel 2019, però, sono allarmanti.

via BBC

Commons/Wikimedia

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Quando, oltre 30 anni fa, il Komsomolec affondò, arrivò a oltre 1700 metri di profondità. Trattandosi di un sottomarino nucleare, il monitoraggio si rende essenziale. Fino al 2018, non c'è stato nessun allarme, ma dal 2019 qualcosa è cambiato: la Norvegia ha deciso di utilizzare un nuovo congegno – chiamato Aegir6000 – per analizzare il relitto. Questo strumento ha scoperto che il sottomarino rilascia radiazioni 800mila volte superiori ai livelli normali riscontrati in altre zone del Mar di Norvegia.

A renderlo noto è stata l'autorità norvegese per la sicurezza nucleare e l'energia atomica, attraverso la voce della Coordinatrice delle ricerche, Hilde Elise Heldal, dell'Istituto Norvegese di Ricerca Marina.

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Secondo l'esperta, i livelli di radioattività del sottomarino sono incredibilmente alti, ma non allarmanti: le radiazioni rilasciate dal relitto, secondo i ricercatori, non rappresentano un pericolo né per l'uomo né per i pochi pesci che nuotano nell'area.

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Stando a quanto riferito dal quotidiano russo Moscow Times, il campione raccolto con la percentuale di radioattività più alta sarebbe stato prelevato nei pressi di un buco per l'aerazione da cui occasionalmente si solleva "una misteriosa nube di polvere". Il giornale della capitale russa ha fatto anche sapere che, secondo gli scienziati, questo buco per la ventilazione potrebbe essere a contatto diretto con il reattore all'interno del relitto.

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Per quanto le autorità abbiano ripetutamente tranquillizzato in merito alla vicenda, la speranza è che si possa prevenire qualunque minaccia per la natura e gli abitanti della zona.