Era costretta a seguire le lezioni in un'aula da sola: alunni, famiglie e insegnanti si vaccinano per proteggerla
È una bimba che non ha mai vissuto un'infanzia del tutto simile a quella dei suoi coetanei, la piccola italiana di 11 anni protagonista della storia che stiamo per raccontarvi. Grazie all'affetto e alla sensibilità ricevuti da chi le sta vicino, tuttavia, la quotidianità, per lei, sarà di sicuro più "normale".
Nata prematura, G. ha contratto da subito un'infezione intestinale, che è stato la causa di un lungo e difficile iter medico fatto di interventi che non le hanno permesso di poter vivere ogni situazione in modo libero e spensierato. Vediamo.
La patologia contratta fin dalla nascita ha reso necessarie varie operazioni chirurgiche, nonché un trapianto multiviscerale di ben 5 organi. Quest'ultimo è un intervento particolarmente complicato, con un altissimo tasso di mortalità. Ad aggravare il tutto, la tenerissima età di G., che all'epoca aveva solo 30 mesi di vita.
via Ansa
Il trapianto, a dispetto di tutte le previsioni negative, è andato a buon fine. Da allora, tuttavia, la bimba è obbligata a seguire una rigidissima prassi di protezione da eventuali virus, dato che le vengono costantemente somministrati farmaci immunosoppressori, volti a ridurre il rischio di rigetto.
Per questo, non può vaccinarsi contro le patologie infettive più comuni, e non può praticamente permettersi di contrarre malattie innocue per altri, ma pericolosissime per lei. Tutto ciò, com'è comprensibile, ha causato problemi, rinunce e timori nella gestione quotidiana della vita della bambina.
Se infatti, da un lato, grazie all'immenso impegno dei genitori, G. è stata sempre seguita e ha ricevuto le migliori cure mediche, dall'altro compiere anche i gesti più semplici - come mangiare al chiuso, andare in gita, trovarsi in luoghi affollati - è stato sempre un rischio per cui prendere precauzioni.
Tanto è vero che a scuola G. è stata per anni in un'aula da sola, seguita da insegnanti di sostegno. La volontà di farle vivere un'esistenza normale, però, non hanno mai smesso di animare i genitori e, a quanto pare, non solo loro. Grazie all'impegno del dirigente scolastico dell'istituto che frequenta a Roma e ai funzionari dell'Azienda sanitaria locale, sono stati contattati e convocati i genitori della classe quarta elementare dove G. avrebbe dovuto trovarsi.
Con un dialogo aperto e costruttivo, in cui tutti hanno compreso l'importanza della situazione, padri e madri di tutti e 23 i bambini della classe hanno deciso di metterli in regola con i vaccini, anche con quelli non obbligatori, per consentire a G. di frequentare regolarmente le lezioni insieme ai suoi compagni, e non isolata ed emarginata dal gruppo.
Alle vaccinazioni (alcune obbligatorie in Italia solo per i nati dopo il 2017) si sono sottoposti anche diversi membri delle famiglie e quattro insegnanti, per un totale di 50 individui. Tutte persone che - in modo più o meno diretto - potrebbero venire a contatto con l'alunna 11enne.
Non c'è che dire: si tratta di un gesto davvero significativo, che dimostra in modo sorprendente e positivo, che tramite il dialogo, la comprensione, la solidarietà e gesti semplici si può essere vicini a una persona che ne ha bisogno, permettendole di vivere situazioni che dovrebbero essere normali per tutti i bambini.