Marcel Marceau, il mimo che riuscì a salvare centinaia di bambini ebrei usando il silenzio
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Ci sono storie e persone, in mezzo agli eventi che costituiscono la grande Storia, quella con la lettera maiuscola raccontata sui libri di scuola, che riescono a imprimersi nella memoria di chi le legge e di chi le ha vissute meglio di qualunque altro episodio.
Senza troppo clamore o grande risonanza, c'è chi, al momento giusto, ha agito per salvare vite umane, arrivando a mettere a rischio la sua stessa vita. E, per farlo, l'uomo di cui stiamo per raccontarvi, ha deciso di utilizzare una sola, potentissima, arma: il silenzio.
via Smithsonian.com
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La storia di Marcel Marceau, celebre mimo francese, dimostra proprio che, nella vita, meglio che in qualunque altro modo, a volte ci si può esprimere e fare grandi cose anche solo rimanendo in silenzio. Nel suo caso, non parlare costituì la peculiarità della sua arte espressiva. Le incredibili capacità di mimo che aveva, infatti, sono riuscite a renderlo famoso come maschera comica e tragica allo stesso tempo.
Già, perché la realtà in cui ha vissuto Marceau (all'anagrafe Marcel Mangel) era proprio così: densa di elementi tragici, ma con qualche spunto comico dove trovare salvezza. Stiamo parlando del periodo della Seconda guerra mondiale, quando i nazisti, con le loro follie razziste e omicide, occuparono la Francia. Marcel, di famiglia ebrea, viveva a Strasburgo, e capì che da quel momento nulla sarebbe stato più come prima.
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Lottò per sopravvivere, arrivando a cambiare il suo cognome per rendere irriconoscibili le sue origini, si unì alla Resistenza francese e riuscì spesso a sfuggire alle grinfie degli occupanti. I nazisti, tuttavia, catturarono e deportarono suo padre ad Auschwitz, dove l'uomo trovò la morte.
Ma fu nel 1944, proprio quando la "lucida follia" nazista arrivò a decidere di sterminare i bambini ebrei rimasti orfani, che Marceau decise di agire mettendosi direttamente a rischio. Prese così centinaia di bambini ebrei di un orfanotrofio nelle vicinanze di Parigi e, travestito da capo boy-scout, per ben tre volte riuscì a portarli fuori dalla struttura, simulando gite in Svizzera e mettendoli, di fatto, in salvo.
Un'operazione estremamente pericolosa, durante la quale ottenne la fiducia e la collaborazione dei piccoli orfani, proprio grazie alla sua indiscussa arte di mimo. Improvvisando scene, pantomime e giochi, entrò nelle grazie dei bimbi e poté tenerli in silenzio mentre scappavano, anche durante i momenti più critici. Passo dopo passo, un pericolo dopo l'altro, l'attore e i suoi piccoli protetti riuscirono a varcare il confine di Stato, facendo credere a tutti ciò che in realtà non erano.
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Un'idea tanto geniale quanto rischiosa, degna di una personalità speciale, decisamente eroica. Le sue incredibili capacità mimiche e attoriali salvarono più volte la vita a Marcel, che si trovò a dover fronteggiare direttamente diversi gruppi di soldati nazisti. Se fosse stato scoperto, di sicuro né lui né i bimbi avrebbero avuto scampo.
Dopo la guerra, Marceau studiò come mimo, arrivando poi a dar vita al suo famoso personaggio, Bip il Clown. Un "buffone" sfortunato, tutt'altro che vincente, ma dotato di una grandissima umanità, profondità e speranza. Proprio come Charlot, il celebre personaggio del cinema muto ideato e interpretato da Charlie Chaplin.
Il silenzio e la discrezione continuarono a caratterizzare la vita di Marceau. Fino al 2001, l'attore tenne per lo più nascoste le esperienze vissute durante gli anni della guerra e della Resistenza, compresa la sua eroica impresa di salvataggio dei piccoli orfani ebrei. Ciò che ha fatto, però, al di là di qualsiasi medaglia e onorificenza, rimane ancora oggi silenziosamente forte.
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