I gatti dell'Ermitage: da più di 200 anni proteggono il prestigioso Palazzo dall'invasione dei topi
L'Ermitage a San Pietroburgo (Russia), anche conosciuto come Il Palazzo D'Inverno, è uno degli edifici storici più importanti della città. Il Palazzo era la residenza della famiglia imperiale russa, mentre oggi è uno dei più antichi e prestigiosi musei del mondo: all'interno troverete oltre 3 milioni di pezzi e per vederli tutti vi occorrerà più di qualche giorno. La collezione venne iniziata dalla zarina Caterina la Grande, ma divenne un museo aperto al pubblico solo a partire dal 1852. Già la zarina Elisabetta di Russia (inizio 18° secolo), all'epoca, dovette confrontarsi con un problema assai gravoso: l'edificio era infestato dai topi! Per ovviare al problema, ancora oggi, si ricorre ad una colonia di gatti.
via Telegraph
La zarina Elisabetta di Russia, nel 1747, emanò un proclama in cui si disponeva che un autista portasse nel Palazzo dei "gatti domestici adatti alla caccia", in grado di liberarsi dei fastidiosi topi che si aggiravano per le cucine e le stanze dell'edificio. Quando poi, successivamente, con Caterina la Grande, il Palazzo divenne una delle sedi d'arte più prestigiose del mondo, si cominciò a distinguere tra gatti di casa e gatti di corte, i quali potevano muoversi liberamente tra una sala e l'altra del museo.
Questo sistema si rivelò estremamente efficace e l'imperatrice decise di mantenere la presenza dei gatti in modo permanente.
I gatti dell'Ermitage dovevano essere tutti esemplari maschi, castrati, e venivano disposti nei seminterrati e nei corridoi del Palazzo, per dare filo da torcere ai topolini che assalivano quotidianamente l'edificio.
Anche quando il Palazzo diventò un museo, i gatti continuarono ad essere ingaggiati per proteggere le opere dal rosicchiare dei topolini.
La colonia di gatti che abita l'Ermitage è sopravvissuta alla Rivoluzione d'Ottobre e ha continuato a svolgere diligentemente il proprio dovere anche durante l'epoca sovietica. Non riuscirono a resistere, però, all'assedio di Leningrado, durato ben 900 giorni ― un periodo in cui non c'era cibo per nessuno, figuriamoci per i gatti. Alla fine della guerra, l'intera città di San Pietroburgo era invasa dai topi e la strategia per combatterli fu sempre la stessa: i gatti.
Nella seconda metà degli anni '90, la direzione del Museo mise a punto un programma apposito per i suoi preziosissimi guardiani. Oggi sono circa 70 i felini residenti nel Palazzo e 4 volontarie si prendono quotidianamente cura di loro, preparandogli il cibo in un'apposita cucina.
Se andate a visitare l'Ermitage, però, non sperate di vederne uno: tutti abitano nei seminterrati del Palazzo e difficilmente si fanno vedere nelle sale espositive.