Una macchina innovativa riduce i tremori del Parkinson in modo immediato, sicuro e poco invasivo
Il Parkison è una malattia cronica degenerativa, per la quale al momento non esiste una cura. Uno dei suoi effetti è la comparsa di tremori incontrollati che possono divenire anche debilitanti, pregiudicando ulteriormente la qualità della vita di chi ne è affetto.
Gli scienziati stanno sviluppando tecniche che possono aiutare i pazienti ad affrontare meglio la malattia ed una delle più innovative ed efficaci proviene dai laboratori dell'università italiana de L'Aquila. Si chiama MrgFus e allevia istantaneamente i tremori, in modo sicuro e poco invasivo.
RSNA/Università dell’Aquila
MrgFus è il nome del macchinario che restituisce un sostanziale miglioramento della qualità di vita dei pazienti malati di Parkinson. La sigla sta per Magnetic Resonance guided Focused Ultrasound, ovvero Trattamento con Ultrasuoni Focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica e si basa sull'utilizzo degli ultrasuoni per trattare una parte del cervello strettamente legata ai tremori del Parkison.
La parte del cervello su cui agisce il macchinario è il talamo, presente in entrambi gli emisferi, che subisce un'ablazione vera e propria: alla fine del trattamento il talamo viene praticamente inibito. La tecnica è paragonabile alla tecnica già conosciuta della stimolazione cerebrale profonda, ma a differenza di questa i miglioramenti sono immediati, hanno un rischio minimo e richiedono un ricovero decisamente più corto. La procedura, inoltre, è indicata anche per quei pazienti fragili che non tollerano altri trattamenti.
I risultati sono stati presentati in occasione della conferenza della Radiological Society of North America. Gli esperti dell'università italiana hanno mostrato l'esperimento condotto su 39 pazienti, con un'età media di 64,5 anni, tutti con tremori disabilitanti in media da 10 anni e senza alcun miglioramento con altre tecniche note. Ebbene, dopo l'ablazione del talamo il 95% dei pazienti, in altre parole 37 su 39, hanno presentato una riduzione sostanziale ed immediata dei tremori, anche nel periodo di osservazione dopo lo studio.
Purtroppo si tratta ancora di una tecnica poco diffusa in tutto il mondo, visto che sono pochi i centri di cura che prospettano tale possibilità – la prima macchina è stata messa in funzione in Italia. Ora, si spera che la presentazione ad un incontro molto importante come quello della Società Radiologica del Nord America possa contribuire alla sua diffusione, a beneficio dei tanti malati di Parkinson.