Gettare l'olio esausto nel lavandino può renderci responsabili di un enorme danno all'ambiente
La frittura, e in generale i piatti cucinati con olio abbondante, sono indubbiamente gustosi ma vanno consumati con moderazione, come vi potrà confermare qualunque medico o esperto in nutrizione. Se però non potete proprio farne a meno, siete in grado di smaltire correttamente l'olio dopo averlo usato?
Questo è un passaggio fondamentale che ancora troppe persone eseguono nel modo sbagliato, cioè gettando l'olio nel lavandino, scaricandolo nelle fognature o mettendolo nel secchio dell'immondizia.
L'olio di cottura e di frittura si definisce "esausto" dopo che ha subito un processo di ossidazione ed ha assorbito le sostanze inquinanti derivate dalla carbonizzazione dei cibi che in esso vengono cotti; da quel momento perde le sue proprietà organolettiche e diventa di fatto un rifiuto.
Ma non tutti sanno che esso non è assolutamente biodegradabile: è invece dannosissimo per l'ambiente e le acque in generale. Se finisce nei bacini idrici, crea una pellicola superficiale che impedisce lo scambio di ossigeno e raggi solari, compromettendo la vita di flora e fauna. Si calcola che un chilo di olio vegetale esausto possa ricoprire la superficie di 1000 metri quadrati di acqua. Lo stesso avviene con l'olio disperso nel terreno, su cui crea una pellicola protettiva impermeabile. Disperso nella rete fognaria, l'olio esausto può danneggiare gli impianti e rendere inutilizzabili enormi riserve d'acqua, che avranno bisogno di una costosa depurazione.
Per evitare che possa danneggiare l'ambiente o le riserve idriche, l'olio esausto andrebbe raccolto in un contenitore da tenere in balcone o in un angolo della cucina, e poi portato nelle isole ecologiche o in alternativa nei supermercati, nei distributori e in tutti i punti di raccolta autorizzati (vi basterà una semplice ricerca online per trovare i luoghi più vicini in cui portarlo).
Spesso ci chiediamo cosa possiamo fare di concreto per aiutare l'ambiente, senza renderci conto che azioni sbagliate come queste vanificano mesi e mesi di sforzi ecologisti. Condividete queste informazioni con più persone possibili: a chiedercelo è la Terra che ci ospita e ci nutre!