Diabete: grazie alle cellule staminali gli scienziati sono riusciti a far guarire i topi in tempi rapidi

Lorenzo Mattia Nespoli image
di Lorenzo Mattia Nespoli

27 Febbraio 2020

Diabete: grazie alle cellule staminali gli scienziati sono riusciti a far guarire i topi in tempi rapidi

Il diabete è una patologia cronica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, per la quale le statistiche parlano di una diffusione tendente all'aumento. Negli anni, molti sono stati gli studi e i progressi in campo medico per arrivare a una consapevolezza sempre maggiore su questa malattia, e chi ne è affetto sa bene come conviverci e quali precauzioni adottare per evitare complicazioni.

La ricerca, però, è in continua evoluzione, e gli obiettivi rimangono fissi ad arrivare a un punto in cui una determinata patologia possa definirsi, a tutti gli effetti, curabile. Nel caso del diabete, gli scienziati della School of Medicine della Washington University di St. Louis sono riusciti, tramite un'innovativa terapia a far guarire dei topi. In che modo? Grazie alle cellule staminali.

via Washington University School of Medicine in St. Louis

I roditori che sono stati presi in esame avevano una forma di diabete molto grave, con concentrazioni di glucosio nel sangue preoccupanti, addirittura fatali se si verificassero su un essere umano. Così i ricercatori hanno impiantato negli animali malati delle cellule staminali umane pluripotenti, in grado di tramutarsi in cellule beta del pancreas, produttrici di insulina.

Pixnio

Pixnio

I topi, così, sono stati letteralmente stimolati a secernere l'ormone che produce e bilancia l'insulina, ed entro due settimane i loro livelli di glucosio nel sangue erano tornati alla normalità, rimanendo stabili anche in seguito. Jeffrey Millman, autore principale della ricerca, si è detto molto fiducioso che lui e il suo team riescano a migliorare e replicare efficacemente la tecnica anche sugli esseri umani.

Needpix

Needpix

Un traguardo davvero promettente, dunque, perché interviene in modo diretto e mirato su una patologia comune il cui impatto, grazie a questi nuovi studi, potrebbe essere ridotto di molto in un futuro non troppo lontano. Ci auguriamo che sia proprio così, e che finalmente gli sforzi della scienza possano arrivare a dare una mano nel concreto a tante persone che convivono con patologie rischiose e fastidiose.