Coronavirus, a Brescia finiscono le valvole per rianimatori: un team di scienziati le stampa in 3D in poche ore
Quando la tecnologia diventa utile per la quotidianità e per le sofferenze delle persone, e si cala nel mondo reale, fatto di necessità vere e urgenti, ci troviamo sicuramente di fronte a un'ottimo risultato. Proprio come quella che, in un momento di emergenza sanitaria senza precedenti come quello che sta vivendo l'Italia a causa del Coronavirus, è arrivata dall'ospedale di Chiari, in provincia di Brescia.
Qui, da giorni, la situazione sanitaria è davvero delle peggiori: alle migliaia di casi di contagio da Covid-19 che ogni giorno si registrano si aggiungono le inevitabili ricadute sulle strutture e sul sistema sanitario che deve far fronte all'emergenza. Così, quando i medici si sono resi conto che le scorte di valvole per uno strumento di rianimazione stavano finendo, e che non avrebbero potuto averle in tempi brevi, le prospettive sono ulteriormente peggiorate.
via La Stampa
Massimo Temporelli - Scienza e Tecnologia/Facebook
Per fortuna, però, il progresso tecnologico non è sempre una sorta di "esibizione" dell'ultimo ritrovato hi-tech, che poi magari sarà difficilmente usato nella realtà. In questo caso, la tecnologia è venuta incontro a un'esigenza vera, urgente e reale. E lo ha fatto in un modo straordinario.
Massimo Temporelli, fisico e divulgatore scientifico, è stato uno dei "pionieri" italiani della stampa 3D, la tecnica che permette, in tempi rapidi e grazie a specifiche stampanti, di creare qualsiasi oggetto partendo da un semplice disegno. Venuto a conoscenza della carenza di valvole all'ospedale del bresciano, il team del fisico si è attivato immediatamente. L'obiettivo? Creare in 3D questi strumenti necessari a far funzionare le macchine di rianimazione.
Tramite la nutrita rete di inventori e Fab Lab della zona, Temporelli è riuscito a mettersi in contatto con un maker di Brescia che producesse le valvole in tempi rapidi. Si tratta di Cristian Fracassi, ingegnere e imprenditore locale, titolare di un'azienda attiva nel mondo della stampa 3D.
Massimo Temporelli - Scienza e Tecnologia/Facebook
Le difficoltà, per lui, non sono mancate. L'azienda che produce le valvole si è rifiutata di fornirgli i dettagli dei prodotti per stamparli, minacciando addirittura di denunciarlo per violazione di brevetto. Ma il giovane tecnico non si è dato per vinto: recuperati gli oggetti all'ospedale, ha misurato e ridisegnato il pezzo per poi stamparlo in modo fedele all'originale.
Dopo i dovuti test, è arrivata la notizia tanto attesa: le valvole stampate in 3D funzionano, e potranno essere impiegate per continuare ad assistere tutte le persone che ne hanno bisogno, non solo a Brescia, ma in tanti altri ospedali del resto d'Italia che ne avessero bisogno. In pochissime ore, dunque, quella che sembrava un'emergenza nell'emergenza è stata trasformata, grazie all'ingegno di questi giovani scienziati, in una splendida dimostrazione di come la tecnologia possa mettersi al servizio dell'intraprendenza umana e salvare vite.