Coronavirus: secondo i ricercatori ci sarebbe una fascia climatica in cui si sviluppa più facilmente

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di Lorenzo Mattia Nespoli

17 Marzo 2020

Coronavirus: secondo i ricercatori ci sarebbe una fascia climatica in cui si sviluppa più facilmente

In un momento delicato e colmo di preoccupazione come quello che stiamo vivendo, a causa del dilagare della pandemia da Coronavirus, sono in molti a interrogarsi sul futuro di questa situazione, un contesto di fronte a cui tantissime persone nel mondo non si erano mai trovate fino ad ora. 

I disagi e lo stress dovuti alla sacrosanta necessità di mantenere le distanze ed evitare i contatti sociali non mancano: anche per questo ci si chiede quali saranno i prossimi sviluppi. Gli scienziati dell'Università del Maryland, che fanno parte del Global Virus Network, avrebbero rintracciato una connessione tra la diffusione del Covid-19 e il clima delle zone in cui si è sviluppato.

via University of Maryland

University of Maryland

University of Maryland

È stata chiamata "cintura del Coronavirus", perché, in effetti, si tratta proprio di questo. Una sorta di "cordone" immaginario che abbraccia le zone del mondo comprese tra i 30 e i 50 gradi di latitudine e in cui, incrociando i dati climatici e approfondendo gli studi, l'incidenza del virus è risultata maggiore

Nello specifico, latitudine, temperatura e umidità hanno valori ricorrenti entro i quali il Coronavirus sembrerebbe essere più "vivo" e presente. Stiamo parlando di un range compreso tra 5 e 11 gradi centigradi e di valori di umidità tra il 47 e il 79%. Le regioni dove il Covid-19 ha incontrato un terreno maggiormente fertile, secondo quanto riferito dai ricercatori, hanno avuto in comune caratteristiche climatiche simili e stabili per diversi giorni, nonché molto vicine a quelle registrate a Wuhan nei giorni del picco.

Il caldo, dunque, potrebbe essere un primo "nemico" naturale della pandemia che stiamo vivendo, proprio come il grande freddo, quello cioè inferiore a zero gradi centigradi di temperatura. Umidità e temperature fresche, per così dire intermedie, invece sembrano essere più adatte a una permanenza più duratura della malattia.

Nps.gov

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Altri studi che molti scienziati stanno conducendo in varie parti del mondo sembrano confermare questa visione. Così, appare prevedibile - sempre a patto che il virus Covid-19 non muti - che la sua diffusione possa gradualmente spostarsi verso nord, rispetto all'attuale "cintura" ipotizzata dai ricercatori. Allo stesso modo, esistano buone possibilità che si possa registrare una flessione dei contagi in estate, ma anche che che il Coronavirus possa manifestarsi di nuovo con le stagioni più fresche.

Tutto questo, com'è ovvio, è in divenire, e da prendere con le dovute precauzioni di una situazione in continuo sviluppo. L'augurio è che, giorno per giorno, si possa definire sempre meglio il nemico invisibile ma presente che tutto il mondo sta combattendo.