Questo fioraio ha portato tutti i fiori invenduti al cimitero della sua città per abbellire le tombe dei defunti
Anche in Francia le misure restrittive per limitare il contagio da Covid-19 hanno imposto la chiusura di quasi tutte le attività: ristoranti, palestre, fiorai...tutti a casa in isolamento forzato, per arginare i danni che questo terribile virus comporta. Molte di queste attività chiuse hanno comportato uno spreco di beni deperibili enorme; alcuni titolari, però, hanno deciso di non gettare nella spazzatura i propri prodotti, ma di metterli a disposizione prima che deperiscano inevitabilmete.
via France 3
Anche i fiorai sono chiusi, in quanto le piante e i fiori non rappresentano un bene di prima necessità, ma chi gestisce attività del genere rimane con tanta merce invenduta. Pensare a centinaia di piante e di fiori costretti ad appassire senza alcuno scopo, o peggio ancora gettati via senza pensarci troppo, sembra davvero un peccato. Il fioraio Romain Banliat, che si è improvvisamente ritrovato a sospendere la sua attività secondo le disposizioni del governo francese per contrastare il Covid-19, ha deciso non solo di non buttare le sue piante, ma anche di offrire un servizio alla comunità.
Il giovane fioraio, infatti, ha deciso di portare tutti i fiori e le piante invendute al cimitero per abbellire le tombe dei defunti. In questo modo, non solo non ha gettato via delle bellissime composizioni floreali, ma ha anche reso un servizio utile a tutti quei cittadini che, di questi tempi, non possono recarsi al cimitero a far visita ai propri cari.
Come ha ricordato il fioraio: "Il tempo si è fermato per noi, ma non per le piante". La sua iniziativa è stata accolta in maniera strepitosa - il giovane fioraio ha ricevuto tanti messaggi di ringraziamento per ciò che stava facendo. Lui stesso non si aspettava una reazione del genere da parte di così tante persone. Sicuramente molte di queste si ricorderanno di lui dopo questo terribile periodo di crisi. Per Romain e per tanti altri, si tratta molto più che di un'emergenza sanitaria: il fioraio rischia di fallire, considerando che il 70% del suo fatturato annuo lo realizza proprio tra marzo e maggio.