Covid-19, un potenziale vaccino ha eliminato il virus dai topi in poche settimane: è somministrato con un cerotto
Da quando l'emergenza Coronavirus ha avuto inizio, il tema del vaccino contro questo terribile nemico invisibile è quotidianamente al centro delle cronache. Sono decine, in tutto il mondo, i team scientifici che stanno lavorando sodo per dare a tutti la possibilità di proteggersi dalla Covid-19 in modo efficace.
Sebbene le tempistiche, in questo senso, siano sempre state definite piuttosto lunghe, impossibili da quantificare con precisione nell'immediato, cominciano ad emergere diversi risultati incoraggianti, che fanno ben sperare su un futuro ed efficace vaccino contro il virus che sta causando vittime e sofferenze ovunque.
In particolare, all'Università statunitense di Pittsburgh, un gruppo di scienziati ha reso noto che una particolare sostanza, chiamata PittCoVacc, ha prodotto, durante le sperimentazioni, un livello di anticorpi sufficienti a contrastare il Sars-CoV-2 nel giro di circa 4 settimane. Si tratta del primo vaccino sperimentale descritto in uno studio che ha già passato la revisione fra pari. I ricercatori della School of Medicine dell'ateneo Usa sono gli stessi che, nel 2003, realizzarono il primo vaccino contro la Sars.
I test, secondo quanto dichiarato, hanno dato esiti positivi sui topi. Per questo, gli scienziati hanno chiesto di poter ricevere in tempi rapidi l'autorizzazione a procedere con la sperimentazione sull'uomo. Andrea Gambotto, professore associato all'Università di Pittsburgh, ha dichiarato che il team era molto consapevole di dove intervenire per contrastare il Coronavirus: una particolare proteina detta "spike", infatti, è fondamentale per indurre l'immunità al virus.
Per aumentare l'efficacia di questo potenziale vaccino, i ricercatori hanno messo a punto un sistema di somministrazione piuttosto innovativo, che consiste nell'impiego di un cerotto largo 1,5 centimetri da applicare sul braccio o sulla spalla, sul quale sono presenti 400 aghetti molto sottili che "erogano" il vaccino nel corpo. Gli stessi aghetti, una volta svolto il loro compito, si dissolvono nella pelle, in quanto composti da zuccheri e proteine.
Il vantaggio di questo sistema sta nel fatto che la pelle è una struttura del corpo dove il sistema immunitario è più forte e ricettivo ed è per questo che, se il vaccino è iniettato attraverso l'epidermide, la risposta in caso di infezione può essere più immediata.
Visti i risultati incoraggianti ottenuti dal PittCoVacc sugli anticorpi dei topi, i ricercatori si sono detti fiduciosi nel processo di applicazione all'uomo. Processo che, ovviamente, richiederà del tempo, ma sul quale il lavoro è incessante. La produzione, tra l'altro, dovrebbe avvenire su larghissima scala, vista la portata mondiale del virus. Nel frattempo, ci sono molte altre realtà scientifiche che stanno ottenendo riscontri positivi. Non resta dunque che confidare nella rapidità della ricerca, l'unica "arma" con cui debellare la terribile piaga che sta colpendo il mondo.