Un ragazzo stampa in 3D delle protezioni per le orecchie di medici e infermieri che indossano la mascherina

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di Lorenzo Mattia Nespoli

07 Aprile 2020

Un ragazzo stampa in 3D delle protezioni per le orecchie di medici e infermieri che indossano la mascherina

Nei tempi bui che stiamo vivendo a causa della pandemia di Coronavirus, ci sono immagini che, più di altre, rimangono impresse in modo chiaro nella mente di ognuno, a simboleggiare meglio di mille parole l'emergenza. Fra queste, non possiamo dimenticare le foto di medici, infermieri e operatori sanitari stremati dopo i loro turni in ospedale, con il volto segnato dalle mascherine protettive.

Essere costretti a indossare per ore questi oggetti, infatti, può aggiungere disagio a una situazione già di per sé non facile, ed è per questo che un ragazzo canadese, di soli 13 anni, ha avuto un'idea tanto semplice quanto geniale per alleviare, almeno in parte, le sofferenze di tanti lavoratori ospedalieri.

via Heather Roney/Facebook

Heather Roney/Facebook

Heather Roney/Facebook

Tutto è iniziato quando un ospedale vicino a dove vive Quinn Callander ha chiesto pubblicamente ai cittadini di dare una mano a medici e infermieri che ogni giorno devono sopportare il fastidio delle mascherine indossate. Il ragazzo, aguzzando l'ingegno, ha deciso che poteva e doveva fare qualcosa di concreto

Essendo in grado di usare la stampa in 3D, Quinn ha pensato che poteva sfruttare questa sua abilità per creare delle specifiche protezioni per le orecchie degli operatori sanitari costretti a indossare le mascherine per ore e ore in ospedale. Le sue protezioni, su cui si fissano gli elastici delle mascherine, allungandoli, impediscono alle fascette di sfregare sulla parte posteriore delle orecchie e causare irritazioni e ferite.

Una volta create queste speciali protezioni, Quinn ne ha donate decine agli ospedali del posto, rendendo anche pubblico e gratuito il file di progetto necessario per replicare la stampa i 3 dimensioni. In questo modo, chiunque nel mondo potrà realizzarle in prima persona, e dare una mano nel concreto a tanti operatori della sanità che, in questi giorni, non stanno certo vivendo una quotidianità semplice.

In un momento così complicato, sono i gesti generosi, intraprendenti e intelligenti come questo a renderci un po' più felici di poter contare su tante persone pronte a dare una mano al mondo intero, anche grazie alla tecnologia utile.

Heather Roney/Facebook

Heather Roney/Facebook