Coronavirus: in Bulgaria deputati e ministri rinunciano allo stipendio per devolverlo al sistema sanitario
Quello che il mondo intero sta attraversando, a causa della pandemia di Coronavirus, è un momento particolarmente difficile, tra i più difficili mai vissuti. Le attività, in moltissimi Paesi, sono bloccate per prevenire ulteriori contagi e vittime, mentre i sistemi sanitari soffrono sotto il peso dell'emergenza e delle tante persone che hanno bisogno di cure.
A seconda delle ricchezze delle varie nazioni, c'è chi soffre di più o di meno per colpa di questa pandemia, e non mancano gesti di assoluta generosità, pensati proprio per dare una mano nel concreto a tante situazioni che rischiano di non farcela. In Bulgaria, un'azione altamente simbolica e significativa è arrivata dallo stesso governo del Paese: deputati e ministri hanno infatti deciso di rinunciare ai loro stipendi e devolverli direttamente al sistema sanitario nazionale.
via Novinite.com
Proprio così: vista la situazione di assoluta emergenza, le necessarie misure di contenimento del virus e il possibile sovraccarico degli ospedali, i politici bulgari hanno pensato bene di destinare il loro guadagno mensile alla salute pubblica. Un gesto di solidarietà che si stima abbia il valore di circa 740mila euro, cifra cospicua che di sicuro darà un sostegno importante, in uno dei Paesi più poveri dell'Unione Europea.
La proposta è stata approvata all'unanimità dal parlamento lunedì 6 aprile 2020, e prevede appunto la rinuncia allo stipendio, da parte dei membri del governo e dei deputati, a partire dal 1 aprile. I soldi saranno interamente destinati agli enti sanitari che stanno combattendo l'epidemia di Covid-19, mentre anche in questo Stato dell'est europeo è stato dichiarato lo stato d'emergenza e sono state introdotte misure di contenimento.
Nonostante in Bulgaria il numero di contagi e vittime per Coronavirus sembra ancora essere più contenuto rispetto ad altre realtà del Vecchio continente, un provvedimento del genere rappresenta un buon passo per dare respiro alle strutture di cura e prevenire inevitabili ricadute economiche.