Le acque del fiume Sarno tornano ad essere nere e torbide poche ore dopo la fine del lockdown
Se con la chiusura della maggior parte delle attività in molti Paesi del mondo, ma soprattutto in Italia, la Natura aveva iniziato a riprendersi i suoi spazi mostrandosi nuovamente in tutto il suo splendore, ecco che una tale visione ci appare subito illusoria già due giorni dopo la fine del lockdown. Il governo italiano, infatti, ha dichiarato la riapertura graduale di molte attività a partire dal 4 maggio ― 1 giorno dopo, le acque del fiume Sarno ci appaiono torbide e nuovamente inquinate. La grande rivincita della Natura, che tanto abbiamo decantato e che ci ha fatto sognare durante i giorni di isolamento forzato, è stata forse una mera illusione e guardare le immagini di un fiume nero e maleodorante dopo un solo giorno dalla riapertura delle industrie fa davvero male al cuore.
via Facebook / Francesco Emilio Borrelli
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Durante la prima metà del mese di aprile, le acque del fiume Sarno, in Campania, erano tornate cristalline e limpidissime ― un importante cambiamento causato dallo stop totale delle industrie operanti sul territorio. Uno stop dovuto alle restrizioni imposte per limitare il rischio di contagio durante questi tempi bui in cui l'essere umano sembra essere in balia del Coronavirus. E invece, non sono trascorsi nemmeno 2 giorni dalla riapertura che le acque del Sarno, quelle che vanno da Via Roma e proseguono verso la linea ferroviaria sopraelevata delle Ferrovie dello Stato, sono diventate nere e torbide, emanando un odore terribile.
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Sembrava una rivincita reale quella portata avanti dalla Natura nel corso di questo periodo di lockdown, invece, appare come l'ennesima dimostrazione di come l'essere umano non impari davvero nulla dai suoi errori.
Il fiume Sarno è tornato ad essere il fiume dei veleni, un fiume dalle acque reflue e non depurate, dove vengono scaricati illegalmente rifiuti industriali.