Una tribù amazzonica vince la causa contro i disboscatori illegali: risarciti 3 milioni di dollari
È una battaglia legale durata oltre due decenni, quella che la comunità indigena Ashaninka è finalmente riuscita a vincere contro il disboscamento illegale della foresta amazzonica.
La deforestazione, nel prezioso "polmone verde" del Pianeta, è un problema di portata enorme, che ha causato - e continua a causare - pericolosissimi squilibri a livello ambientale e climatico. Il fenomeno è stato molto al centro dell'attenzione nel 2019, quando le percentuali di territorio pluviale disboscato - molto più alte rispetto al 2018 - hanno contribuito allo sviluppo rapido e incontrollato degli incendi che hanno mandato in fumo ettari su ettari di foresta. Ecco perché la vittoria della tribù indigena contro chi, da anni, porta avanti pratiche illegali di abbattimento della vegetazione, assume un significato ancora più importante.
via Mongabay
Diverse sono le aziende produttrici di legname che, dagli anni '80, hanno deforestato la foresta pluviale contravvenendo alle regole. La famiglia Cameli in particolare, proprietaria di molte di queste compagnie, è stata al centro delle controversie legali con il Ministero federale, che avviò un'azione legale pubblica. Le terre deforestate dalle ditte dei Cameli tra il 1981 e il 1987 furono vastissime, tanto da spingere le autorità ministeriali a farsi portatrici della causa insieme agli indigeni.
Dopo un lungo periodo di rallentamento, il caso si è concluso nell'aprile 2020, quando alla potente famiglia brasiliana è stato ordinato di pagare un risarcimento di circa 2,4 milioni di dollari proprio alla comunità indigena Ashaninka, oltre che un ulteriore milione di dollari come indennizzo al Fondo per la difesa dei diritti umani.
Daniele Gidsicki/Wikimedia - foto di archivio
Legno per mobili, carta, coltivazioni di palma da olio, allevamenti di bestiame: sono tutti affari al centro degli interessi delle compagnie che spingono sulla deforestazione, anche dove e quando non potrebbero. E il fuoco, spesso e volentieri, è il mezzo utilizzato per "liberare" in tempi rapidi i terreni dalla "scomoda" vegetazione e rendere il suolo più fertile con la cenere.
A fare le spese di tutto questo, oltre alle immense quantità di piante e animali, preziosi per gli equilibri ambientali e la biodiversità, ci sono anche tutte le persone che, come gli Ashanika, vivono in quei luoghi da moltissimo tempo, rispettandoli e preservandoli. La vittoria di questa tribù indigena, quindi, rappresenta una necessaria ventata di giustizia, in una situazione che non può più essere sottovalutata.