Una società mineraria ha fatto saltare in aria una grotta aborigena risalente a 46.000 anni fa
Nemmeno la cultura millenaria aborigena è riuscita a fermare l'espansione di una miniera di estrazione di ferro di proprietà della Rio Tinto Group, una tra le società minerarie più grandi del mondo. A farne le spese è stato un sito sacro aborigeno di circa 46mila anni fa che è stato fatto saltare in aria senza scrupoli. Si tratta della grotta nella Juukan Gorge e la sua storia millenaria non è servita a far desistere la società dall'espandere il sito di estrazione. Per la comunità aborigena australiana, ma anche per tutto il resto del mondo, si tratta di una perdita incredibile.
via The Guardian
Purtroppo, le leggi aborigene redatte nel 1972 sono piuttosto obsolete e non consentono una ritrattazione nemmeno alla luce di nuove scoperte. Insomma, a poco servono i magnifici ritrovamenti di manufatti e oggetti sacri all'interno delle grotte fatti in passato, a seguito degli scavi minerari della Rio Tinto che, in quelle zone, continua ad agire indisturbata. Per come si presentano, le leggi aborigene favoriscono di fatto le lobby minerarie e non tutelano affatto la loro stessa cultura. L'impossibilità di modificarle, fa sì che di fronte alla distruzione di una grotta vecchia di 46.000 anni, nessun aborigeno possa reclamare.
Nonostante la società aborigena Puutu Kunti Kurrama e Pinikura (PKKP) abbia incontrato più volte la società mineraria Rio Tinto, le forze impiegate non sono state sufficienti per fermare l'esplosione. Per la comunità aborigena si tratta di un boccone molto amaro da mandare giù.