Guanti e mascherine stanno diventando una nuova fonte d'inquinamento per i nostri mari
Sappiamo bene che la pandemia di Covid-19 ha portato con sé numerosi cambiamenti. Non solo alle nostre abitudini, ma anche e soprattutto agli ambienti e alle creature che ci circondano, che si sono riscoperti liberi dall'inquinamento e - nel caso degli animali - "padroni" di spazi che prima erano appannaggio dell'uomo. Tutte queste cose, nonostante la gravissima situazione sanitaria mondiale, hanno permesso al nostro Pianeta di "respirare" un po', e ciò era quantomai necessario.
Certi esseri umani, però, sanno sempre come rovinare e mettere in pericolo i delicati equilibri di un ambiente già a rischio. I tempi del Coronavirus, così, potrebbero dare alla Terra e alle sue risorse acquatiche un nuovo flagello: quello derivato dallo smaltimento scorretto di guanti e mascherine.
Si può già parlare, senza il rischio di esagerazioni, di un nuovo problema ambientale, riferendosi a guanti in lattice e mascherine monouso. Sono molte, a questo proposito, le organizzazioni che sono intervenute sul problema, che colpisce in modo particolare mari, fiumi, oceani e fognature. Dappertutto, infatti, è possibile rintracciare scarti di questo tipo, accompagnati spesso anche da flaconi di disinfettante e altri articoli non riciclabili legati alla protezione individuale.
Opération Mer Propre, un gruppo francese attivo per la conservazione degli oceani, ha documentato le sue operazioni di bonifica sui social media, e ha riferito che il numero di oggetti legati alla pandemia presenti nel Mar Mediterraneo è notevolmente aumentato. Non vorremmo mai sentir parlare di "nuovi rifiuti", visto che quelli già presenti già rappresentano un enorme problema.
Anche negli Stati Uniti, nel frattempo, non sono mancate le autorità cittadine che hanno riferito di fognature e impianti idrici intasati per colpa di guanti e mascherine, arrivando a supporre che molte persone - come fosse una cosa del tutto normale - li smaltiscano nei gabinetti. Il problema è reale, e ha subìto un aumento sospetto dall'inizio della pandemia.
Uno smaltimento corretto dei dispositivi di protezione individuale è quantomai urgente e necessario, come ha ricordato anche la US Environmental Protection Agency. Questi oggetti non solo vanno ad aggravare l'inquinamento ambientale e a causare ulteriori danni, ma rischiano anche di essere contaminati e pericolosi per la salute. Nessuno, in nessun caso, dovrebbe mai trattare l'ambiente che lo circonda come una pattumiera a cielo aperto, e forse è giunto il momento di rendersene conto sul serio, perché il Pianeta che ci ospita è uno solo, e non abbiamo alternative.