Qualche consiglio ispirato all'educazione giapponese per crescere bimbi rispettosi e obbedienti
Il Giappone, lo sappiamo bene, è un Paese dalle mille scoperte. In pochi luoghi nel mondo tradizioni, identità culturale e modernità si fondono, convivono e collaborano come nello Stato del Sol Levante. Si dice spesso che i giapponesi si trovino "un passo avanti" su diversi fronti: in realtà spesso ciò può essere vero, ma è altrettanto vero che probabilmente a renderli "migliori" ai nostri occhi siano proprio la loro cultura, i loro codici comportamentali e le loro usanze, radicati ma anche aperti al progresso.
Di sicuro, questo discorso è valido anche per quanto riguarda l'educazione dei più piccoli e i rapporti genitori-figli. Lo stile genitoriale nipponico genera gentilezza, educazione e obbedienza, valori che non sono mai troppo scontati quando si tira su un figlio. Lo studio di cui stiamo per parlarvi ha indagato proprio su questo, confrontando il modello educativo giapponese con quelli delle altre società e arrivando a interessanti conclusioni su cosa lo distingue.
via Kansas Association for Infant & Early Childhood Mental Health
Per molti aspetti, leggendo quali sono le chiavi dell'educazione giapponese, ritroviamo differenze marcate rispetto ai modelli educativi occidentali. La ricerca "Disciplina della prima infanzia", pubblicata dalla Kansas Association for Childhood and Early Childhood Mental Health, ha sottolineato proprio questo.
Prima di tutto, in Giappone i bambini obbediscono e imparano al più presto a comportarsi come adulti, anche se, nel tempo che trascorrono in casa, dipendono molto dai genitori, e in particolare dalla mamma, che di solito mette in pratica con loro un'estrema vicinanza. I bimbi nipponici dipendono dai grandi, e ciò genera affetto, empatia e armonia. I genitori, infatti, si sentono totalmente responsabili per i comportamenti che i loro piccoli assumono, e cercano di fare di tutto per fare in modo che si comportino, in società, nel migliore dei modi.
Jorge Hernández Valiñani/Wikimedia
Non si tratta di morbosità, stando a quanto si apprende dallo studio, ma di un controllo proficuo, di una vicinanza affettiva davvero marcata. Le mamme cercano sempre di tenere con sé i piccoli più tempo che possono. In ogni cultura e in ogni famiglia, tuttavia, ci sono contrasti e divergenze, specie quando si tratta di bambini piccoli. Per dare educazione ai loro bimbi, i genitori giapponesi praticano la gentilezza, una virtù che genera pace e gioia. Come? Attraverso la persuasione e i suggerimenti, evitando il più possibile scontri diretti o situazioni che possano generare aggressività e rabbia.
Quando una mamma o un papà giapponesi suggeriscono qualcosa ai figli, accompagnano sempre le parole con gesti o espressioni del viso che rafforzano ciò che dicono. Allo stesso modo, se dovessero provare delusione, lo farebbero capire anche con il volto, in modo che il bambino si senta "colpito" e faccia di tutto per non rompere l'armonia.
"Leggere" e decifrare umore e stati d'animo, per le famiglie giapponesi, è un presupposto fondamentale. Se un genitore vede che suo figlio non è disposto a eseguire una sua richiesta, tenta sempre di non agire con autorità e severità, ma mira a comprendere le ragioni di quel rifiuto, cercando modi proficui per persuadere il bimbo a soddisfarla, spiegando perché è importante. Dunque, comprensione, empatia e soprattutto rispetto: un modello educativo che mette al bando qualsiasi tipo di prevaricazione, in nome di autorità da far rispettare a tutti i costi.
Certo: ci sono sempre le dovute eccezioni, e di sicuro mettere in pratica un modello così, per un occidentale, può risultare davvero molto complicato, un'autentica sfida. Gli spunti positivi, tuttavia, non mancano, e non è mai tardi per provare un po' di stile giapponese: il rapporto con i nostri figli potrebbe guadagnarci in obbedienza, gentilezza e rispetto.