Il sushi al salmone non ha origini giapponesi: la sua diffusione si deve alla Norvegia
Il sushi, lo sappiamo bene, è una delle specialità culinarie orientali più apprezzate e diffuse in tutto il mondo. Negli anni più recenti, questa pietanza ha conosciuto un vero e proprio "boom" di persone che l'hanno conosciuta, unite alle migliaia di locali che hanno aperto un po' ovunque, offrendo il sushi in tutte le sue forme e creando una vera e propria moda.
Quando parliamo di sushi, infatti, non ci riferiamo a un piatto solo, ma a un insieme di pietanze dai gusti e dalle materie prime più disparati. Allo stesso modo, appena pensiamo a questo cibo, subito ci viene in mente un luogo ben preciso: il Giappone. Fra tutti, uno dei più celebri e amati è di sicuro il sushi di salmone, ed è proprio su questo che vogliamo svelarvi un'interessante curiosità. Siamo così sicuri che le sue origini siano proprio da rintracciare nel Paese del Sol Levante? In realtà vengono da un Paese molto, molto più lontano e... occidentale!
Gunawan Kartapranata/Wikimedia
Sebbene il fatto che il sushi derivi dall'antichissima tradizione giapponese di conservare il pesce nel riso fermentato (poi sostituito dall'aceto, da cui la parola "sushi" che, in italiano, significa "aspro"), non tutte le varietà di queste pietanze sono nipponiche. Quello al salmone, nello specifico, è divenuto uno dei più amati, non solo dai giapponesi, ma da tutti gli estimatori del mondo.
Bene: avreste mai pensato che, per il solo fatto di riuscire a gustare questa prelibatezza, la persona da "ringraziare" è niente meno che... un norvegese? Proprio così: per la precisione stiamo parlando di Bjørn Eirik Olsen, l'uomo che, con le sue abilità negoziali e commerciali, riuscì a portare in Giappone una cosa che prima non era affatto apprezzata, rendendo la storia del sushi al salmone particolarmente curiosa.
Andiamo indietro nel tempo fino alla metà degli anni Ottanta. La Norvegia pescava tanto, troppo salmone, rispetto alla richiesta e alle dimensioni del Paese nordeuropeo. Il rischio era quello di sovraccaricare il mercato e rimanere con troppo invenduto, a tutto svantaggio dell'economia. Oltre 8000 km più a est, invece, il Giappone aveva il problema contrario: il salmone pescato nel Pacifico era impossibile da consumare crudo, visto che conteneva spesso larve e parassiti tossici per la salute dell'uomo.
Per questo, fra i giapponesi il salmone crudo era una pietanza quasi del tutto bandita, almeno fino al brillante intervento di Olsen. L'uomo, incaricato dal governo norvegese di vendere il pesce in eccesso, ebbe l'idea di entrare nel mercato giapponese, proponendo ai nipponici un salmone "sicuro" e senza rischi. Con una sapiente politica di prezzi vantaggiosi, Olsen riuscì a "piazzare" ben 5000 tonnellate di salmone nei negozi giapponesi, da vendere come sushi.
Il resto, come si dice, è storia: il piatto è diventato popolarissimo e, nonostante le prime diffidenze, in Giappone è ormai un classico della cucina locale. Ancora oggi, grazie alla lungimiranza di Olsen, la Norvegia esporta enormi quantità di salmone atlantico verso il Paese del Sol Levante. Siamo sicuri che la prossima volta che gusterete il vostro sushi di salmone di sicuro questa curiosità vi tornerà in mente. Ne eravate a conoscenza?