Il naufragio "dimenticato" del galeone svedese che si è conservato quasi intatto nelle acque del Mar Baltico
Ci sono mezzi che, a un semplice sguardo, sono in grado di riportarci con la mente indietro di molti anni, in epoche e luoghi ben precisi, magari lontani nel tempo ma vivi e presenti nell'immaginario di tutti. Pensate, ad esempio, ai relitti di famose navi naufragate: tutti conosciamo la storia del Titanic o dell'Andrea Doria, solo per citarne un paio, ma esistono anche vicende meno note ai più, proprio come quella che stiamo per raccontarvi.
Di cosa si tratta? Di uno spettacolare vascello svedese risalente addirittura al 1600, chiamato Vasa. Questo galeone era una vera e propria meraviglia della costruzione navale e, proprio come il più moderno Titanic, non riuscì a portare a termine il suo viaggio inaugurale, inabissandosi e rimanendo sostanzialmente "dimenticato" per moltissimo tempo. Il suo recupero e la sua ricostruzione, tuttavia, hanno permesso al mondo di ammirarlo di nuovo.
via Vasa Museet
La storia del Vasa è di quelle in grado di segnare un'epoca, e di creare un significativo precedente in termini di naufragi e catastrofi in mare. Progettata da Henrik Hybertsson su commissione del re Gustavo Adolfo II, questa nave da guerra portava a bordo oltre 60 cannoni di bronzo, oltre che un numero elevatissimo di decorazioni, ornamenti, quadri e oggetti preziosi che purtroppo non sono stati mai usati.
Il primo viaggio, programmato per il 10 agosto 1628, fu anche quello che segnò la sua fine. Il Vasa, infatti, aveva percorso appena qualche miglio dal porto di Stoccolma quando delle raffiche di vento lo fecero piegare prima su un lato e poi sull'altro. Sebbene in un primo momento la situazione sembrasse sotto controllo, il secondo piegamento fu fatale, e l'acqua del Mar Baltico cominciò a entrare nello scafo.
Il naufragio era imminente e, dei circa 130 passeggeri a bordo, oltre 40 persero la vita. La nave era evidentemente stata costruita troppo in fretta e con i pesi sbilanciati per essere in grado di sopportare agevolmente le insidie del mare e del vento, anche se nessuno, ai tempi, riuscì a risalire alle esatte cause - e colpe - dell'affondamento. Sebbene dagli svedesi la storia del Vasa non fu mai completamente dimenticata, il relitto rimase incredibilmente sepolto nelle gelide acque del Mar Baltico fino al 1956.
Le tecnologie dell'epoca, infatti, non permettevano un recupero e negli anni, addirittura, si perse la memoria della sua posizione esatta. Quando le squadre guidate da Anders Franzén ritrovarono il bellissimo galeone, si accorsero subito che il suo stato di conservazione era sorprendentemente buono, e il motivo era da collegare alla bassa salinità del Mar Baltico, nonché alle sue basse temperature, fattori che avevano impedito il deterioramento totale dell'imbarcazione seicentesca.
Nel 1961, finalmente, il Vasa fu completamente sottratto al suo "cimitero" acquatico a 32 metri di profondità, e gli studiosi ebbero l'occasione di fare un vero e proprio viaggio nel tempo, grazie al perfetto stato in cui si trovava. Il restauro e il recupero del carico disperso in mare iniziarono fin da subito, fino a rendere il galeone una vera e propria attrazione storica della Svezia.
A Stoccolma, infatti, il Museo Vasa lo ospita, ripulito e ricostruito da un lavoro maniacale durato per diversi anni. È a dir poco sensazionale avere l'opportunità di osservarlo da vicino: oltre alla bellezza della struttura, delle sue decorazioni e degli oggetti che trasportava, questo vascello è una vera e propria testimonianza storica su cui secoli (e un naufragio) sembrano non aver lasciato segni. Basta guardarlo per tornare subito indietro negli anni, in un'epoca di battaglie navali, scoperte e pirati dal fascino senza tempo.