Questa scarpa ha 2300 anni ed è stata ritrovata perfettamente conservata sotto uno strato di ghiaccio

Lorenzo Mattia Nespoli image
di Lorenzo Mattia Nespoli

15 Luglio 2020

Questa scarpa ha 2300 anni ed è stata ritrovata perfettamente conservata sotto uno strato di ghiaccio

Sappiamo bene che la storia - e con essa le storie di tante creature e persone - sono in grado di ritornare davanti a noi, vive e presenti, nei modi più inattesi e nelle forme più incredibili. Ogni volta che succede, però, è semplicemente sbalorditivo constatare la bellezza di certi ritrovamenti, proprio come quello di cui stiamo per parlarvi.

Siamo in Asia, per la precisione in mezzo ai Monti Altaj, una catena che si estende per ben 2000 km tra Cina, Russia, Mongolia e Kazakistan. In questa zona selvaggia e affascinante, proprio nelle aree dove il terreno è ricoperto dallo strato ghiacciato del permafrost, non sono mancati i ritrovamenti di tombe e reperti incredibili, appartenenti a popolazioni che abitavano lì oltre 2000 anni fa. Un oggetto in particolare è davvero degno di attenzione: si tratta di un paio di stivali da donna decorati finemente, arrivati fino a noi pressoché intatti.

via Open Culture

Museum Archive/Twitter

Museum Archive/Twitter

Si sa: il ghiaccio aiuta a preservare corpi e cibi, ma in questo caso sembrerebbe che lo ha fatto anche per gli oggetti. In particolare, i ricercatori si sono trovati di fronte a uno stivale femminile che, con ottime probabilità, potrebbe essere appartenuto a una donna di alto rango sociale della popolazione nomade degli Sciti. La scarpa, in uno stato di conservazione praticamente perfetto, potrebbe aver fatto parte del corredo funebre della salma, nel rispetto della tradizione di seppellire cadaveri insieme ai loro bene, un'usanza presente anche nell'antico Egitto.

Pelle, tessuti, perline, dettagli dorati, colorati, preziosi e motivi eleganti: questi stivali sì che sono stati costruiti per durare, nonché per fare il loro grande effetto su chi li osservava! Un effetto che è stato reso ancor più grande a distanza di ben 2300 anni, la datazione a cui i ricercatori li hanno fatti risalire.

Franciszek Smuglewicz - Scythian emissaries meeting with Darius/ Wikimedia

Franciszek Smuglewicz - Scythian emissaries meeting with Darius/ Wikimedia

Le calzature sono esposte al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, in Russia, e ancora oggi continuano a far parlare di sé. È raro, infatti, che un ritrovamento archeologico abbia delle sembianze così perfette, tali da darci la possibilità di conoscere molte cose su chi li ha prodotti e chi li ha indossati.

Gli Sciti erano un popolo di abilissimi artigiani, e per loro la lavorazione di ogni tipo di materiale - anche prezioso - era un'attività del tutto normale. "Acconciavano" persino i cavalli utilizzati dai guerrieri con bizzarri ed eccentrici copricapi, senza contare che i loro vestiti erano elaborati e curati in ogni singolo dettaglio.

Pikist

Pikist

Osservare la coloratissima scarpa è come intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, immersi in un'epoca lontana e nelle usanze di una popolazione che non c'è più. Di sicuro, questa calzatura la dice lunga su quanto fossero ingegnosi e capaci le persone dell'epoca, e fa davvero impressione pensare che, sepolte sotto la terra dove viviamo, potrebbero esserci ancora tante altre testimonianze di un passato che a volte torna fra noi.