Da un vulcano in Islanda si potrebbe capire cos'è che rendeva più resistente il calcestruzzo degli antichi romani

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di Claudia Melucci

27 Agosto 2020

Da un vulcano in Islanda si potrebbe capire cos'è che rendeva più resistente il calcestruzzo degli antichi romani

I materiali di costruzione usati nell'antichità, prima dell'avvento dei moderni processi di produzione delle miscele, sembrano essere di gran lunga più resistenti rispetto ai materiali moderni. Non a caso in molti luoghi è possibile ancora passeggiare nelle costruzioni vecchie di secoli. Gli scienziati hanno intuito cos'è che rendeva più resistente il calcestruzzo degli antichi romani, e delle ricerche all'interno di un vulcano islandese possono fornire ulteriori informazioni interessanti. 

 Richie Williams/Wikimedia

Richie Williams/Wikimedia

Che cosa c'entra un vulcano islandese con il calcestruzzo degli antichi romani? Mettiamo ordine.

L'Isola di Surtseys, in Islanda per l'appunto, ospita un vulcano di recente formazione, nato tra il 1963 e il 1967. L'obiettivo di un team internazionale di ricercatori è quello di raggiungere le sue profondità per studiare i meccanismi che portano alla formazione e alla proliferazione di un vulcano marino come quello di Surtseys. In particolare, i biologi e i geologi della squadra vogliono studiare in che modo i residui minerali nei fluidi idrotermali rendano le rocce più resistenti rispetto alle altre. Conoscere questo dato potrebbe aiutare a creare miscele di cementi più resistenti rispetto a quello impiegate oggigiorno. 

pikist

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I calcestruzzi usati nell'antichità, infatti, sono notoriamente più resistenti a quelli impiegati oggi nell'edilizia: la prova di questo è che opere architettoniche di secoli fa resistono ancora in ottima salute.

Gli antichi romani, ad esempio, usavano una miscela i cui componenti chiave erano forniti proprio dai vulcani. Da alcuni studi, è emerso infatti che i romani erano soliti mescolare la cenere vulcanica alla calce per ottenere il loro duraturo calcestruzzo.

L'obiettivo ora è capire come sia possibile imitare questa antica ricetta, concordandola con i moderni processi di produzione. Un quesito che forse le prossime perforazione vulcaniche in Islanda riusciranno a chiarire.