In Indonesia alcuni protestanti no-mask vengono costretti a scavare le fosse per le vittime del Covid-19
Con lo scoppio della pandemia da Covid-19 in tutto il mondo, sono aumentati non soltanto i casi di infezione tra la popolazione mondiale, ma anche i casi di "ribellione" sociale legata alla confutazione delle teorie scientifiche e mediche vigenti e relative alla prevenzione da Coronavirus: stiamo parlando del fenomeno sempre crescente dei negazionisti e dei no-mask. Questi ribelli del sistema sociale però non hanno avuto vita lunga, almeno nell'isola di Giava, in Indonesia.
via The Telegraph
Nel distretto di Cerme, nell'est dell'isola di Giava, le autorità amministrative hanno deciso di assegnare un lavoro "punitivo" e di carattere sociale ed educativo a 8 negazionisti no-mask dell'area geografica; questi otto individui, divisi in quattro gruppi da due, dovranno aiutare a scavare le fosse per interrare le bare che contengono le vittime del Covid-19, che sta flagellando lo stato dell'Indonesia da mesi interi.
Secondo le autorità locali, negli ultimi tempi c'era carenza di becchini per le sepolture, quindi a Cerme hanno deciso di integrare il personale con 8 nuovi lavoratori; sono tutti facenti parte del fenomeno sociale dei no-mask e dei negazionisti del virus cinese: in questo modo "Si spera che questo possa creare un effetto deterrente contro le violazioni."
Certo, il lavoro per la sepoltura delle bare è molto duro, sia fisicamente che psicologicamente, ma l'Indonesia rimane purtroppo tra le nazioni asiatiche con il maggior numero di casi di positività al Covid-19, tant'è che dal 14 settembre 2020 la nazione ha posto un maggior numero di restrizioni sociali ed economiche.
Attività come bar e ristoranti saranno in funzione solo per consegne ed asporto, scuole, parchi, luoghi di ricreazione sono chiusi fino a data da destinarsi, mentre alcune delle attività lavorative essenziali (alimentare, finanziaria, edilizia) lavoreranno con rigidi protocolli sanitari e con il 50% in meno di dipendenti.
Una decisione, quelle delle autorità locali ad est di Giava, che sta facendo molto discutere il mondo intero, diviso se questa "punizione" sociale nei confronti dei no-mask sia educativa o semplicemente un sfoggio inutile di clamore mediatico.
A posteri, forse, l'ardua sentenza.