Questo villaggio giapponese è costruito attorno ad un vulcano attivo: potrebbe eruttare da un momento all'altro
A circa 380 chilometri di distanza da Tokyo, la capitale giapponese, si trova un'isola nell'Oceano Pacifico che non dista nemmeno troppo dalle Filippine; la sua caratteristica risiede nel fatto che si è sviluppato nei secoli un vero e proprio villaggio frequentato da turisti alle pendici di un vulcano ancora attivo; un vulcano che nel XVIII secolo ha causato morte e distruzione. Anche per questa ragione Aogashima è stata conosciuta come la Pompei del Giappone.
via Unusual Places
Il 18 maggio 1785 il vulcano dell'isola di Aogashima ha riversato sul villaggio tutta la sua furia di fiamme, cenere e gas, annientando la vita della metà della popolazione dell'isola del tempo. Dell'antico villaggio difatti ad oggi non è rimasto moltissimo se non la memoria di un evento catastrofico ancora nella mente degli abitanti odierni...
Ma, a differenza dell'attuale Pompei (completamente rasa al suolo se non per l'area archeologica), Aogashima è diventata nel tempo un luogo di villeggiatura e di relax dei sensi per moltissimi turisti dal Giappone e dalle Filippine per il suo clima ameno.
Sì, perché la natura vulcanica dell'isola ha permesso nei secoli di avere a proprio vantaggio fonti di acqua calda naturale, saune naturali all'aperto ed energia geotermica che viene sfruttata per il sostentamento dei cittadini e dei villeggianti di Aogashima. Proprio per queste amenità adesso questo luogo vulcanico è divenuto più un'attrazione per chi cerca relax o fuga dal tran tran quotidiano che un villaggio dove vivere a pianta stabile.
Sta però di fatto che il vulcano di Aogashima non si è ma spento, nonostante non abbia eruttato da circa 230 anni, gettando la sua popolazione stabile in un clima di fatalismo.
Sì, perché ad Aogashima, gli abitanti prendono la presenza minacciosa del vulcano ancora attivo con filosofia e con fatalità: "Non è accaduto nulla da 230 anni a questa parte, se qualcosa deve accadere, accadrà. Noi non ci pensiamo troppo!"
Una filosofia di vita che forse bisognerebbe adottare anche in altri ambiti della nostra quotidianità, non trovate?