Pompei, ritrovati neuroni integri nei resti di una vittima dell'eruzione: una scoperta "senza precedenti"

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di Lorenzo Mattia Nespoli

23 Ottobre 2020

Pompei, ritrovati neuroni integri nei resti di una vittima dell'eruzione: una scoperta "senza precedenti"

Da sempre, la zona archeologica di Pompei è uno scrigno unico di fascino, mistero, storia e testimonianze che non smette mai di stupirci. Anche quando pensiamo di conoscere (quasi) tutto sulla città romana sepolta dalla terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C., nuove scoperte archeologiche arrivano a raccontarci cose incredibili, proprio come quella di cui stiamo per parlarvi.

Avreste mai pensato che tra le rovine di questa città potessero trovarsi tracce umane ancora integre? Se la risposta è no, non siete i soli, ed è per questo che la scoperta fatta dai ricercatori dell'Università di Napoli Federico II è così importante. Di cosa si tratta? Di neuroni integri rinvenuti nel cervello vetrificato di una vittima dell'eruzione.

via Fox News

Qfl247/Wikimedia

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Avete capito bene: l'ultimo affascinante "regalo" che Pompei ha fatto alla comunità scientifica internazionale è stato proprio questo. Nelle vestigia di una vittima della furia esplosiva del vulcano, che in poco tempo seppellì intere città, il tessuto cerebrale analizzato ha mostrato strutture neuronali integre dopo quasi 2000 anni dall'evento catastrofico.

«Lo stesso rinvenimento di tessuti cerebrali in resti antichi è un evento insolito - ha spiegato Pier Paolo Petrone, il responsabile del team internazionale di ricerca - ma ciò che è ancora più raro è la preservazione integrale delle strutture neuronali del sistema nervoso centrale, un caso senza precedenti».

Pixabay

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La conservazione di questi resti si deve al processo di vetrificazione causato dall'eruzione del Vesuvio, una sorta di "congelamento", in cui le altissime temperature hanno permesso alle strutture cellulari della vittima di rimanere pressoché intatte fino ai giorni nostri. È a dir poco impressionante anche solo immaginare la devastazione provocata da un evento del genere, che di sicuro ha avuto un impatto unico su qualsiasi forma di vita colpita.

Gandalf's Gallery/Flickr

Gandalf's Gallery/Flickr

La vittima in questione, un ragazzo di circa 20 anni di età, con i suoi resti cerebrali giunti fino a noi, è l'ennesimo, preziosissimo spunto per conoscere nuovi dettagli su una civiltà in cui il tempo si è letteralmente fermato a quel tragico giorno in cui la natura ebbe la meglio.