Lo Zimbabwe vieta l'estrazione mineraria nelle riserve naturali: una sentenza che salva animali e ambiente
Quante volte abbiamo seguito con interesse battaglie di attivisti per la salvaguardia dell’ambiente e della fauna che gli appartiene? Sicuramente ogni volta che l'uomo, con decisioni e comportamenti irrispettosi e scellerati, ha messo a rischio i preziosi habitat del nostro Pianeta.
Proprio come è accaduto in Zimbabwe, dove cittadini e gruppi ambientalisti si sono mobilitati a seguito di un'azione che avrebbe danneggiato in maniera inaccettabile il meraviglioso ambiente dello Stato africano. Non è scontato, tuttavia, che le proteste abbiano un seguito positivo, ma questa volta è stato proprio così, e per fortuna il buon senso ha avuto la meglio sulle logiche economiche.
via BBC
Tutto è cominciato con la decisione del governo di concedere a due compagnie cinesi, la Zhongxin Coal Mining Group e la Afrochine Smelting, la possibilità di effettuare studi sull'estrazione del carbone nella Riserva Hwange, il più grande parco nazionale della nazione. Azioni del genere, unite a quelle di estrazione, sarebbero sicuramente risultate dannose non solo per gli equilibri naturali del parco, ma anche per tutte le specie protette che lo popolano, tra cui leoni, elefanti, leopardi e rinoceronti.
Alla luce di questo, sono scattate immediatamente le azioni di protesta della ZELA (Zimbabwe Environmental Law Association), volte in particolare contro il governo e le licenze speciali rilasciate proprio alle aziende cinesi, in barba a qualsiasi logica di salvaguardia ambientale. L'associazione, per questo, ha deciso di citare in tribunale l'esecutivo del Paese, chiedendo un blocco immediato delle autorizzazioni.
Vista la richiesta urgente e la tematica delicata, l'Alta Corte di Giustizia si è pronunciata affinché fosse garantita la protezione dell'ambiente e dunque fossero vietate tutte le estrazioni minerarie all'interno delle zone protette dello Zimbabwe. Non solo a Hwange, dunque, ma in tutta la nazione. Preservare e valorizzare le splendide e delicate risorse naturali del posto, per fortuna, è sembrato più importante che guadagnare con una fonte come il carbone. Una sentenza importante e una vittoria per l'ambiente, che crea un ottimo precedente per tante situazioni simili che purtroppo affliggono numerose zone del Pianeta.
Anche il settore turistico dello Zimbabwe, del resto, si regge proprio sulle zone protette che i visitatori scelgono di esplorare. Dare il via alle estrazioni sarebbe stato dunque quantomeno rischioso. Il degrado ambientale e la scomparsa di animali già messi in pericolo dalle attività umane sono sempre dietro l'angolo, ed è compito di tutti fare in modo che ciò non avvenga.