Questo fotografo ha immortalato le popolazioni indigene siberiane in scatti dal fascino potente e profondo
Al giorno d'oggi qualsiasi angolo del nostro Pianeta può sembrarci conosciuto e in qualche modo "raggiungibile", ma i luoghi e le popolazioni che quotidianamente rimangono fuori dai riflettori sono veramente tanti. Ce ne accorgiamo tutte le volte che veniamo a contatto con culture, persone, tradizioni e scenari lontani e diversi da quelli che siamo abituati a vedere.
Ed è proprio questa diversità, in fondo, che rende meraviglioso il mondo in cui viviamo, e che può essere una costante e preziosissima fonte di arricchimento. Sono questi i presupposti che guidano il meraviglioso lavoro di tante persone che, giorno per giorno, cercano di documentarla. Proprio come ha fatto Alexander Khimushin, un fotografo che ha viaggiato in lungo e in largo per il globo, visitando decine di Paesi e intenzionato a dar luce a popoli e culture che stanno lentamente scomparendo. Pronti a fare un viaggio nelle terre affascinanti, fredde e remote della Siberia?
Khimushin è l'autore del progetto The World in Faces, un'iniziativa che, attraverso la fotografia, vuole portare l'attenzione su tutte quelle minoranze etniche i cui rappresentanti, per via della globalizzazione e della modernizzazione, si stanno facendo sempre meno numerosi.
Culture, usanze e soprattutto volti: gli scatti di questo fotografo riescono a comunicare qualcosa di affascinante a chi li guarda, portando con sé un messaggio di tolleranza e pace davvero unico.
Le foto che state osservando vengono dalla Siberia, dove Khimushin si è letteralmente immerso, viaggiando in solitaria per mesi e percorrendo migliaia di chilometri con lo scopo di venire a contatto con le persone che popolano quelle terre "irraggiungibili".
Dal Lago Baikal al Mar del Giappone, Alexander ha toccato luoghi in cui vivono donne, uomini e bambini che appartengono a minoranze sempre meno rappresentate, e che ogni giorno onorano orgogliosamente le loro origini, affrontando climi a dir poco proibitivi.
Così, tra i suoi scatti troviamo i volti di chi vive nelle zone più fredde del mondo, come i Sakha, di cui Khimushin ha immortalato una ragazza nel tipico abito matrimoniale, con tanto di maschera.
Non mancano poi pastori di renne nomadi, ragazzini e anziani di etnia Evenki, un uomo Nivkhi e uno di origini Tofalar. In quest'ultimo caso, siamo di fronte a persone che vivono in luoghi talmente remoti che durante la stagione invernale sono raggiungibili solo in elicottero.
Sono solo alcuni esempi delle decine di popolazioni con cui questo talentuoso fotografo è venuto a contatto durante i suoi viaggi. The World in Faces, Siberia, infatti, ha raccolto le foto di persone appartenenti a ben 40 gruppi etnici diversi, tutti dell'area siberiana e ognuno minacciato nella sua sopravvivenza.
Guardando i loro volti, i loro sorrisi e i loro abiti tradizionali non si può che rimanere affascinati, e sembra che ognuno di loro sia lì per raccontarci la sua storia.
Non c'è che dire: quello di Khimushin è un lavoro lodevole e dal significato meraviglioso, che ci auguriamo possa sensibilizzare tutti a trattare le diversità come occasioni di arricchimento, in un mondo che può ancora stupirci in modo autentico e genuino.