Ada Lovelace, la prima programmatrice della storia: una mente geniale che per anni è rimasta nell'oblio
È sempre affascinante scoprire aspetti meno noti della storia e degli strumenti che oggi sono letteralmente il nostro pane quotidiano. Pensate ad esempio ai computer: negli ultimi anni il loro utilizzo è cresciuto in maniera esponenziale; le cose che funzionano attraverso un "cervello" elettronico sono così tante che spesso neanche ce ne accorgiamo.
Ecco perché è stupefacente venire a contatto con le vite più o meno conosciute delle personalità che hanno dato un contributo fondamentale affinché il loro futuro diventasse realtà. Purtroppo, sono molte le donne che, in questo senso, sono rimaste in secondo piano e, sebbene quella di cui stiamo per parlarvi sia oggi piuttosto conosciuta, siamo sicuri che la maggior parte delle persone non penserebbe a lei come alla "madre della programmazione" informatica. Invece fu proprio così, come dimostra la straordinaria storia di Ada Lovelace.
via Biography.com
Science Museum Group/Wikimedia
La storia ci insegna che spesso è dalle esperienze più difficili e traumatiche che nascono gli spunti per dar vita alle personalità più geniali. Così è stato anche nel caso di Ada Lovelace, nata Augusta Ada King nel 1815, che ha trascorso un'infanzia piuttosto complessa. Figlia legittima del celebre poeta inglese Lord George Byron e di una madre con cui il rapporto fu sempre estremamente conflittuale, la piccola Ada si chiuse in se stessa e imparò presto a crescere.
Fu proprio dalla madre, tuttavia, che Ada fu indirizzata a intraprendere studi matematici, proprio quegli studi che la portarono a diventare la prima programmatrice al mondo e a dare un contributo fondamentale allo sviluppo del motore analitico realizzato da Charles Babbage.
Curiosa, precoce e dalla mente brillante, già da bambina si dedicò a studi e ricerche su ciò che più catturava la sua attenzione. Matematica, matematica e ancora matematica: questa disciplina sembrava destare un interesse smisurato in Ada, che crescendo incontrò e collaborò con alcune delle personalità più rilevanti dell'epoca in campo scientifico. Le sue teorie e i suoi studi erano davvero in anticipo sui tempi, e non ci volle molto affinché gli addetti ai lavori si resero conto della loro portata. Tanto è vero che fu una delle prime donne a essere ammesse alla Royal Astronomical Society.
Quando incontrò Babbage, inventore e matematico, Ada aveva 17 anni. L'uomo in breve tempo divenne il vero e proprio mentore di Ada, che ebbe la fortuna di essere amata e sostenuta nelle sue attività anche dal marito, il Conte William di Lovelace. Babbage, che lavorava a una macchina per il calcolo differenziale, iniziò a collaborare con la giovane matematica e fu grazie al suo lavoro e alle sue annotazioni che vennero sviluppate nuove forme di programmazione, utili ancora oggi.
Si può arrivare a dire, a questo proposito, che ad Ada si deve l'ideazione dell'antenato di tutti i software, nel suo caso un programma per calcolatori in grado di ripetere una serie di istruzioni, che pose le basi per la moderna informatica. Fu infatti proprio all'algoritmo sviluppato da questa donna (definita da Babbage "incantatrice dei numeri") che il matematico inglese Alan Turing prese ispirazione per realizzare il primo computer.
Come spesso accade, la fama di una personalità così brillante è stata "scoperta" col tempo, tanto è vero che gli studi della Lovelace ebbero un seguito pratico solo molti decenni dopo la sua morte. Dopo aver sofferto di colera quando era poco più che ventenne, Ada morì nel 1852, a soli 36 anni, stroncata da un tumore. Una fine triste e decisamente troppo anticipata per una grande donna che, silenziosamente ma allo stesso tempo con passione e ardore, ha lasciato un segno importante per tutti noi, proiettata nel futuro.