30 gennaio 1945: alle donne italiane viene riconosciuto il diritto di voto
Se per le donne recarsi alle urne ora è un’azione normale è merito delle battaglie portate avanti lungo interi decenni. Fino al 1945 le donne erano escluse dal diritto di voto perché ritenute troppo emotive, instabili e non interessate alla vita politica. Era il 30 gennaio del 1945, l’Italia era appena uscita dalla guerra e in una riunione del Consiglio dei Ministri si discusse il diritto di voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, fino a riconoscerlo con il decreto legislativo luogotenenziale n. 23.
via Ansa
Gli unici limiti alla libertà di voto riguardavano l’età, in quanto le donne dovevano avere compiuto già 21 anni, e lo status: erano escluse dal voto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”. Le prime elezioni politiche cui parteciparono le donne italiane non si svolsero nel 1945 ma nel 1946, prima in occasione delle elezioni amministrative svolte tra marzo e aprile e poi il 2 giugno dello stesso anno al referendum istituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica.
Nella legge del 30 gennaio 1945 si dimenticò però di citare il principio di eleggibilità anche per le donne, che fu stabilito successivamente con il decreto 74 del 10 marzo 1945. Il 2 Giugno del 1946 si presentarono alle elezioni 226 candidate, e 21 di loro furono elette. Cinque di esse furono poi inserite nella Commissione per la Costituzione incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione repubblicana. La Costituzione italiana del 1948 garantirà alle donne pari diritti e pari dignità sociale in ogni campo.
Secondo te è stata davvero raggiunta la parità di diritti e di dignità sociale?