I Minoici costruivano le loro navi con tecnologie avanzatissime: oggi sarebbero come dei super-yacht
A volte, quando ci troviamo davanti agli ultimi ritrovati tecnologici, abbiamo l'impressione che siano il frutto di scoperte recenti, magari avvenute per un guizzo di genio di menti fuori dal comune che hanno rivoluzionato ciò che sembrava già moderno. Spesso è proprio così, ma è altrettanto vero che molti degli oggetti e delle tecnologie che quotidianamente usiamo hanno delle origini molto più antiche di quanto crediamo.
Cosa pensereste, infatti, se vi dicessimo che già all'epoca della civiltà Minoica si costruivano navi con metodi così avanzati da risultare... più che attuali? È proprio così: queste tecniche sono state "riscoperte" solo negli anni '50 del Novecento e, stando agli studi di cui stiamo per parlarvi, per molti secoli sono state vere e proprie arti perdute.
Martin Belam from Chania, Crete/Wikimedia
Materiali naturali, aerodinamici, impermeabili: se vi descrivessero così i dettagli di un'imbarcazione, di sicuro sulle prime pensereste che si sta parlando di un moderno yacht sviluppato in un altrettanto moderno cantiere navale. E invece esisteva un popolo che, quasi 3.000 anni fa, costruiva i suoi mezzi di trasporto proprio seguendo questi principi, gettando letteralmente le basi per la navigazione moderna. Una vera e propria arte che, tuttavia, è rimasta perduta per moltissimi anni.
Stiamo parlando della Civiltà Minoica, il popolo che visse sull'isola di Creta nell'età del bronzo, chiamato così in onore del mitico re Minosse. Trovandosi su un'isola in mezzo al Mediterraneo, va da sé che, per commerci e spostamenti, la navigazione fosse più che fondamentale. Le somiglianze tra i modi attuali di costruire navi - o per la precisione quelli a partire dagli anni Cinquanta in poi - e quelli minoici sono incredibili, e non solo a livello estetico-formale. Non entreremo troppo nei dettagli tecnici, ma è davvero interessante sapere che già in quell'epoca lontanissima l'ingegno umano era in grado di escogitare trovate all'avanguardia.
Per rendere le flotte robuste, veloci e durevoli nel tempo, anche se all'epoca non si disponeva di materiali frutto di chissà quali tecnologie, la natura forniva tutto il necessario. Fibre di lino o canapa, pece, resina di pino e sistemi a dir poco ingegnosi per mettere insieme i pezzi: tutto era pensato al fine di ottimizzare al massimo gli scafi, che dovevano sopportare notevoli sollecitazioni anche da parte degli agenti naturali una volta in mare.
I Minoici sigillavano i loro scafi con un panno di lino e una bagnatura fatta con resina di pino, un metodo 100% naturale che ricorda, per le sue proprietà, quelle della moderna fibra di vetro. Per certi aspetti, questo metodo era persino più vantaggioso di quelli che si usano oggi: un composito naturale, infatti, può essere riparato più facilmente, e rendeva gli scafi cretesi davvero all'avanguardia. Leggeri, idrodinamici, veloci, resistenti e maneggevoli, il tutto con una manutenzione ridotta e semplice.
Senza contare che le loro navi erano anche curatissime in ogni dettaglio, colore e finitura, il che le rendeva splendide a vedersi. Sebbene tutti, a scuola, abbiamo imparato a ritenere i Fenici dei veri maestri della navigazione, le scoperte sulle flotte dei Minoici ci raccontano di un popolo che, quanto ad abilità in mare, non era affatto inferiore. Rimane un mistero - e oggetto di studio - il motivo per cui queste tecnologie siano state riscoperte soltanto moltissimi anni dopo.
Ciò che sappiamo, e che ancora una volta ci descrive aspetti affascinanti e inaspettati del nostro passato, è che le imbarcazioni minoiche erano così avanzate da poter oggi essere considerate alla stregua di lussuosissimi e scenografici super-yacht, di quelli che non sfigurerebbero nei porti più "alla moda". Incredibile, non è vero?