Questa donna ha creato una startup che trasforma i rifiuti plastici in mattoni più resistenti del cemento
Da rifiuti dannosi e inquinanti a oggetti utili, resistenti e pratici. Potremmo riassumere così il principio del riciclo, qualunque esso sia, e non sarebbe certo una cosa nuova. Tuttavia, quando assistiamo a esperienze virtuose come quella di cui stiamo per parlarvi, non possiamo che rimanere piacevolmente colpiti dalla loro capacità di racchiudere tanti benefici in un solo progetto.
Dalla brillante mente di una donna kenyota, in un contesto nazionale in cui di certo gli standard di vita non sono semplici e il successo non è alla portata di tutti, è scaturita un'idea davvero da applausi. Cosa fa di tanto speciale? Ricicla i rifiuti di plastica per creare mattoni resistenti, molto più robusti del cemento, il tutto grazie a macchinari e processi ideati in prima persona.
via Reuters
UN Environment Programme/Youtube
Si chiama Nzambi Matee ed è una di quelle persone che, a dispetto di qualsiasi ostacolo, decidono di perseguire un obiettivo nobile, e di fare qualsiasi cosa pur di raggiungerlo. Colpita dall'impatto della plastica sull'ambiente del suo Paese e sugli ecosistemi del mondo intero, questa ingegnere dei materiali ha pensato bene di agire, creando una startup la cui storia ha fatto in breve tempo il giro del web.
Non è una novità, purtroppo, che la plastica stia lentamente ma inesorabilmente contribuendo alla devastazione degli ambienti terrestri, gli unici che abbiamo a disposizione per vivere. Così, Nzambi ha deciso di trasformare qualcosa di distruttivo in oggetti "costruttivi", ecologici e super-resistenti.
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La sua azienda Gjenge Makers, infatti, ricicla plastica e produce mattoni, ricevendo e acquistando i rifiuti plastici da tutte quelle realtà che ne producono giorno dopo giorno e che finirebbero per inquinare. Dal polietilene ad alta e a bassa densità, i macchinari progettati dalla stessa Matee, grazie a una serie di processi e all'ausilio della sabbia, riescono a ottenere gli speciali mattoni, variabili per spessore e colore ma tutti caratterizzati da un'altissima resistenza.
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Questi oggetti sono da 5 a 7 volte più robusti del cemento, cosa che li rende ideali in utilizzi come pavimentazioni o altre strutture che devono sopportare notevoli sollecitazioni. Il costo? Circa 7,70 dollari al metro quadro, per una produzione che sforna circa 1.500 mattoni "plastici" al giorno e che, dal 2017, afferma di aver riciclato ben 20 tonnellate di rifiuti.
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Le ambizioni di Nzambi, però, non si fermano e non si fermeranno. Fiduciosa nel suo progetto, questa donna kenyota mira a incrementare la sua produzione, cosa che ovviamente significa riciclare ancora di più e proteggere il Pianeta dagli effetti devastanti delle attività umane. Non ci resta che farle i complimenti!