Il partito di governo giapponese invita più donne alle riunioni decisionali, ma a patto che stiano zitte
Ammettere più donne nei processi e nelle occasioni decisionali sì, ma a condizione che si mantengano il più possibile in silenzio. Se questa frase non vi sembra il massimo in fatto di tolleranza, apertura e logiche paritarie, sappiate che è proprio quello che accade in Giappone, dove il partito che siede al governo ha proposto proprio questo tipo di iniziativa per promuovere una maggiore "inclusione" delle rappresentanti politiche femminili.
Il tema della disparità di genere, del resto, è un argomento di portata mondiale. Le questioni legate alla presenza di donne e uomini nei contesti più ufficiali non riguardano soltanto il Giappone, ma un po' tutte le realtà nazionali. Nel Paese del Sol Levante, tuttavia, la questione è di scottante attualità, specie dopo le polemiche sollevate dall'ex capo delle Olimpiadi di Tokyo, che si è espresso con commenti poco lusinghieri. Nonostante questo, il Partito Liberal Democratico ha rincarato la dose, con questa proposta destinata a far discutere molto.
via Reuters
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Il partito di governo, a schiacciante maggioranza maschile nei suoi organi direttivi, è sempre stato oggetto di critiche per questa prevalenza. Pensando di rispondere a queste annotazioni e di agire in modo equo, ha annunciato che avrebbe permesso a un maggior numero di donne di partecipare alle riunioni in cui si prendono le decisioni più importanti. Peccato però che a queste componenti femminili non sarà concesso il diritto di parola.
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"Si tratta semplicemente di assistere a come vengono prese le decisioni" ha fatto sapere Toshihiro Nikai, Segretario generale del partito, 82 anni. Semplici osservatrici, dunque, che, in un secondo momento, dovrebbero presentare eventuali osservazioni e annotazioni in separata sede, ossia presso gli uffici della segreteria del partito.
Nonostante il Giappone sia uno Stato avanzato sotto molti punti di vista, sembra proprio che il tema della parità di genere sia un suo punto dolente. L'emancipazione delle donne, specie in politica e nei contesti lavorativi, qui non è affatto evidente, né tantomeno scontata, a tutto svantaggio dell'uguaglianza e di un necessario sviluppo sociale.
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Non ci è voluto molto prima che le affermazioni del partito di governo divenissero bersaglio di aspre critiche, provenienti da più parti. Sono state molte le persone che, specie sui canali social, hanno parlato di "sciovinismo maschile" e "discriminazione". Che ne pensate? Si tratta di una mossa inclusiva o di una proposta piuttosto discriminatoria?