Francia: psichiatra viola il segreto professionale per denunciare un abuso infantile, sospesa per 3 mesi
Ci sono situazioni in cui nessuno vorrebbe trovarsi, perché indubbiamente comportano un certo disagio. La psichiatra protagonista dell'episodio che stiamo per raccontarvi ne sa qualcosa visto che, svolgendo il suo lavoro come sempre, ha preso una decisione non semplice che ha finito per costarle cara, proprio dal punto di vista professionale.
È fondamentale che chi svolge lavori delicati e in cui le persone confessano i loro segreti più intimi e personali protegga a dovere la privacy dei pazienti. Ma qual è il confine tra la protezione e la necessità di aiutare i soggetti più deboli a uscire da condizioni pericolose? È la domanda intorno a cui ruota questa vicenda, visto che un piccolo paziente ha confessato alla psichiatra di essere stato vittima di abusi. La donna, a quel punto, ha deciso di denunciare l'accaduto, ed è stata condannata a non esercitare per tre mesi.
via France 3
"Sto pagando caro il prezzo del mio impegno a proteggere i bambini dagli abusi" è stato il commento della psichiatra infantile Eugénie Izard. La sua vicenda ha sollevato un vero e proprio caso in Francia, Paese in cui la dottoressa non potrà più svolgere il suo mestiere da aprile a giugno 2021.
L'episodio del bambino vittima di abusi da parte del padre risale al 2015, quando il piccolo, durante una seduta psichiatrica, avrebbe confessato gli orrori che subiva in famiglia da parte del genitore, un medico proprio come Eugénie. La donna, che svolge il suo mestiere a Tolosa con passione e dedizione da oltre 16 anni, ha capito che non poteva restare a guardare e ha deciso di denunciare le violenze ai danni del minore, anche se ciò violava il suo segreto professionale.
È di Eugénie, insieme ad altri colleghi, l'idea di fondare la Reppea, Rete di professionisti per la protezione dei bambini e degli adolescenti, di cui è presidente. Ad anni di distanza dalla denuncia, alla fine il Consiglio Medico francese ha deciso che avrebbe proibito a Eugénie di esercitare. Una sentenza che non è passata sotto silenzio: la dottoressa, infatti, ha reso pubblica la vicenda e ha fatto sentire la sua voce, continuando a difendere la scelta di proteggere il piccolo paziente nonostante tutto.
Stando a quanto è emerso, la punizione inflitta dal Consiglio Medico sarebbe arrivata per "aver sottoposto il caso al giudice minorile anziché al pubblico ministero", cosa che ha scatenato la frustrazione di questa psichiatra. Izard ha spiegato di aver scritto al giudice "nel rispetto della legge che autorizza il segreto condiviso, in caso di diritti di persone vulnerabili". Una spiegazione che, tuttavia, non è andata giù a chi l'ha esonerata dalla professione.
Procedure e cavilli burocratici a parte, è un fatto che Eugénie non potrà, per 3 lunghi mesi, svolgere ciò a cui ha dedicato il suo impegno. Chi ha ragione?