"Ci sto rimettendo la salute mentale e fisica": lo sfogo di una maestra che lascia la scuola dopo 12 anni
Insegnare è molto più che un semplice mestiere come tanti altri: dovrebbe essere una vera e propria vocazione. Ecco perché non tutti sono portati per farlo, e spesso si rendono conto di quanto sia dura giorno dopo giorno. È vero: le soddisfazioni non mancano e, se si fa un buon lavoro, si possono costruire grandi cose e grandi persone. Tuttavia, anche la persona più motivata del mondo può arrivare a cambiare idea.
Lo dimostra Jessica Gentry, maestra di scuola materna 34enne statunitense che, dopo 12 lunghi anni di onorata professione, ha deciso di pubblicare il suo punto di vista sul tema insegnamento. Il suo sfogo estremamente sincero sui motivi che l'hanno spinta a fermarsi ha suscitato migliaia di reazioni, e per questo è interessante conoscerlo più da vicino.
Avreste mai il coraggio di lasciarvi alle spalle la professione che avete svolto e amato da sempre, con passione e dedizione? Nel caso di Jessica è stato proprio così: la giovane insegnante non ha rifiutato un lavoro stagionale o passeggero, ma un'intera carriera. I motivi? Molto più complessi di quanto pensiamo, che siano condivisibili o meno.
Cominciamo col dire che non è stata una scelta dettata dall'aspetto economico, anche se sarebbe facile crederlo, magari a uno sguardo poco approfondito. Innanzitutto, Jessica non sarà più un insegnante per via dei genitori. Cosa significa? Semplice: secondo questa ex docente, non sono cambiati i bambini, ma i genitori, che hanno mutato atteggiamenti e sacrificato attenzioni da dedicare ai più piccoli. Lavoro, social-network, scambi sempre più virtuali e limitati: la situazione non è più come anni fa, e ciò si è ripercosso inevitabilmente sui figli e sulla scuola.
Proprio riguardo al rapporto dei più piccoli con la tecnologia, Gentry ha continuato sostenendo che "anche la scuola, sempre più tecnologizzata e desiderosa di far diventare tecnologici i bambini, sta contribuendo a far dimenticare le basi delle relazioni umane e dell'apprendimento" Difficile darle torto su questo aspetto: basta guardarsi intorno per accorgersi che sempre più bambini hanno accesso prima del tempo a dispositivi che, in fin dei conti e secondo studi ben precisi, arrecano danni.
Gli stessi istituti scolastici, secondo Jessica, credono di essere nel giusto investendo e puntando tutto sull'avanzamento tecnologico, anche se poi questo sottrae tempo al "classico" insegnamento faccia a faccia, quello fatto in classe e senza il ricorso a strumenti elettronici.
In tutto ciò, il rapporto docenti-genitori si fa sempre più complesso e impari. Lo sfogo dell'ex insegnante è proseguito parlando proprio di questo. "Noi insegnanti siamo troppo al servizio dei genitori" ha scritto Gentry "sono arrivata al punto di avere genitori che mi criticano aspramente per aver detto di no ai figli, dicendomi che non dovevo farlo in nessun caso".
Tutte queste motivazioni hanno portato Jessica Gentry a sperimentare su di sé un vero crollo mentale e fisico. L'impegno senza riconoscimenti, collezionando una frustrazione dopo l'altra, comporta stress, specie quando non si riceve supporto, nemmeno dai colleghi o dai superiori. Ecco perché, nonostante l'enorme passione, dedizione e onestà, Jessica ha deciso di lasciar perdere. La sua non è solo una sconfitta personale, ma lo è per l'insegnamento in generale, perché questa 34enne non è certo l'unica a sentirsi così.
Lo dimostrano le migliaia di reazioni che ha ricevuto il post, la maggior parte delle quali a pieno sostegno di Jessica Gentry. Un appoggio così forte da motivare la giovane a dar voce a tanti altri insegnanti come lei,, nella speranza di dar vita a un cambiamento reale.
Che ne pensate dello sfogo di questa maestra? Il sistema scolastico è proprio nelle condizioni che descrive?