Partorisce la figlia senza vita: i datori di lavoro le negano il congedo di maternità
È difficile immaginare quello che può provare una donna incinta che non riesce a dare alla luce il suo bambino. Probabilmente si tratta di uno dei dolori più grandi che si possano vivere, una di quelle esperienze traumatiche che meritano tempo per recuperare, rispetto e comprensione.
Tutte cose che, tristemente, non sono state riconosciute a Elizabeth O'Donnell, l'insegnante 30enne di scuola elementare originaria di Washington che ha fatto parlare molto di sé dopo aver condiviso la sua triste vicenda. Al settimo mese di gravidanza, questa donna ha perso la bimba che portava in grembo. Dopo averla partorita senza vita, però, un altro trauma si è aggiunto al dolore che provava: per via dell'esito della gravidanza, la scuola si è rifiutata di riconoscerle il congedo di maternità.
via NBC News
Elizabeth si è resa conto che qualcosa non andava quando, per un'intera giornata, la sua piccola non ha dato segni di vita. Corsa in ospedale, ha ricevuto la terribile notizia dai medici: il cuoricino di Aaliyah non batteva più, e avrebbe dovuto partorire subito. Una perdita a dir poco devastante: nel giro di poche ore, questa donna è passata dalla felicità più pura alla totale disperazione. Per lei, tuttavia, il dolore non era ancora finito.
"Ho scritto una email al Distretto scolastico di Columbia - ha raccontato - dicendo che la mia situazione era cambiata e che avrei avuto bisogno solo di 8 settimane di recupero dopo il parto". La risposta? Tanto scioccante quanto inaspettata. "Mi hanno risposto che non avevo più diritto al congedo di maternità retribuito".
Proprio così: nonostante la tremenda esperienza e le complicazioni sanitarie vissute da questa 30enne, i suoi datori di lavoro le hanno negato quanto le spettava. Il motivo? La figlia era nata senza vita, e per il Distretto scolastico era come se la piccola non fosse mai esistita. "Il mio corpo aveva bisogno di riprendersi - ha raccontato ancora Elizabeth - è stato scioccante e doloroso".
Non si fatica a crederlo, considerando che, senza troppi riguardi, a questa donna sono stati negati dei fondi perché "doveva prendersi cura solo di se stessa", nonostante proprio lei avesse avuto la premura di avvisare per tempo dell'esito tragico della gravidanza. Dopo i primi momenti di shock, O'Donnell ha deciso che sarebbe passata all'azione, agendo in prima linea per cambiare situazioni come quella che aveva vissuto.
Quello è stato l'inizio di una lunga e travagliata disputa legale tra Elizabeth e il Distretto scolastico, che ha sollevato un vero e proprio caso. Nonostante la decisione irrevocabile di negarle il congedo di maternità, la donna ha ricevuto un ampio supporto da parte di centinaia di persone, colpite e indignate da quanto accaduto. "Non chiedo più di quanto mi sia dovuto come donna che ha partorito" ha affermato ancora questa mamma sfortunata "nessuna donna dovrebbe vivere questo trauma, il Distretto non ha avuto alcun rispetto della mia situazione".
Più determinata che mai, Elizabeth è tutt'altro che vinta. Ora è tornata a insegnare regolarmente, ma non abbandonerà la sua causa. La vicenda che ha vissuto le darà la spinta per fare in modo che altre donne non la sperimentino su sé stesse a causa di norme e regole che forse, a volte, andrebbero rese più flessibili e umane.