La bullizzavano sul web per la sua disabilità: lei risponde pubblicando selfie per un anno
Alzi la mano chi non si è mai sentito insoddisfatto del suo aspetto fisico. Che si tratti di scarsa autostima o di caratteristiche che abbiamo, tutti sappiamo che non è sempre semplice rimanere contenti quando ci si guarda allo specchio. Peggio ancora, poi, quando insoddisfazioni e insicurezze sono causate da problemi di salute, che magari diventano oggetto di prese in giro e atti discriminatori.
Proprio come quelli che ha subito Melissa Blake, giornalista 39enne statunitense che convive con una rara malattia genetica di ossa e muscoli, la sindrome di Freeman-Sheldon. Il suo aspetto, purtroppo, riflette questa disabilità, ed è stato oggetto di apprezzamenti pesanti e crudeli sul web. Veri e propri atti di bullismo a cui Melissa ha deciso di rispondere a testa alta, in un modo particolare e tutto suo.
via Refinery 29
"Pesce blob", "balena", "dovresti evitare di postare foto perché sei troppo brutta": sono solo alcuni degli insulti che Melissa ha ricevuto, con estrema cattiveria, dopo aver scritto un editoriale per la CNN. Gli autori? Quei cyber-bulli che troppo spesso infestano le piazze virtuali, protetti da schermi e tastiere e convinti di poter etichettare chiunque senza tenere conto dei sentimenti altrui.
Senza lasciarsi sopraffare dalle offese ricevute, la Blake ha cominciato a riflettere su quanto stava accadendo e su quale sarebbe stato il modo migliore per rispondere. "Sebbene io sia abituata ai commenti negativi sul mio aspetto - ha scritto in un articolo - non riuscivo a scrollarmi di dosso chi diceva che non dovrebbe essermi proibito postare selfie". Così, ha pensato a quale sarebbe stato lo smacco peggiore per loro ed è subito arrivata alla conclusione: vederla circolare in modo virale sul web.
Come? Con un anno di selfie, da mostrare orgogliosamente a chi non riusciva ad accettarla per quello che è. Durante l'arco di tutto il 2020, Melissa ha postato 366 selfie su varie piattaforme social, tra cui Instagram e Twitter, facendo crescere in maniera esponenziale i suoi follower. E, insieme alle persone che hanno cominciato a seguirla, è aumentata anche la sua visibilità. La sua storia è rimbalzata su diversi canali stampa di tutto il mondo, rendendola famosa e creando attorno a lei un vero movimento che l'ha sostenuta, manifestando vicinanza e affetto.
"Presto ho capito che quei selfie non riguardavano solo me - ha commentato la donna - Anche altre persone disabili si sono identificate con le mie parole e hanno iniziato a fare lo stesso". Chi ha detto, infatti, che chi non rispecchia i cosiddetti standard di bellezza debba quasi aver paura a mostrarsi in pubblico? Gli atti di crudeltà verso chi è considerato "diverso", oltre a essere vergognosi, non fanno altro che acuire i problemi di chi già soffre e non riesce sempre a sentirsi a proprio agio con se stesso.
Quello di Melissa, dunque, è stato un atto liberatorio, che ha messo tutti davanti alla realtà e ha dato modo a tante persone di farsi sentire e vedere in tutta la loro presunta "diversità". E, sebbene i cyber-bulli abbiano continuato a prenderla di mira, Melissa non ha alcuna intenzione di mollare, convinta più che mai che nelle nostre società serva un cambiamento radicale nel modo di considerare la disabilità. Il web, in questo, può aiutare, oltre che creare problemi. E speriamo che sia proprio così.