Educare i figli con punizioni e ricompense è davvero utile? La disciplina positiva sostiene il contrario
Nessun genitore nasce già istruito sul modo in cui dovrà educare i suoi figli. Non si tratta di una semplice frase fatta, ma della pura verità. Quando ci troviamo a fare i conti con un piccolo nuovo arrivato in famiglia, tutto cambia, e a quel punto è bene tenere a mente qualche strategia per evitare che la quotidianità diventi un inferno, e che i figli crescano come persone problematiche o frustrate.
Spesso i genitori avranno sentito qualcuno che li ha esortati a evitare di punire troppo severamente i figli o, al contrario, di premiarli troppo spesso con ricompense. Si tratta, in effetti, di sistemi educativi piuttosto tradizionali che - non nascondiamolo - in molti casi possono tornare utili. Ma siamo proprio sicuri che siano sempre il meglio per i più piccoli? La risposta sembrerebbe essere no, e una possibile "soluzione" può essere la terza via di cui stiamo per parlarvi, ossia la disciplina positiva.
via Healthy Children
Stabilire dei limiti entro i quali far rimanere i bimbi è fondamentale se vogliamo dar loro un'educazione corretta, e se vogliamo farli crescere come persone rispettose e consapevoli. Tuttavia, se questo significa punire o ricompensare troppo spesso, c'è comunque qualcosa che non va. A questo punto, qualsiasi genitore si starà chiedendo: e allora? Cosa devo fare per educarli bene?
La risposta è disciplina positiva. Non si tratta di un concetto particolare o astratto, ma di un principio semplice: abbandonare il più possibile le soluzioni semplici in favore di un'indagine ampia e approfondita per scoprire chi o cosa ha causato un cattivo comportamento nei bambini. Un atteggiamento che, invece di funzionare solo nell'immediato, può dare i suoi frutti a lungo termine.
Rispetto, fermezza e gentilezza sono i pilastri che ogni genitore non dovrebbe mai perdere di vista nell'adottare la disciplina positiva. Ovvio, messa così può sembrare fin troppo semplice, ma c'è qualcosa di molto utile e profondo in tutto ciò. Pensateci bene: quando puniamo un bimbo, lui smette di fare una cosa perché ha paura delle conseguenze. Quando invece lo ricompensiamo non facciamo qualcosa di molto diverso: lo esortiamo a fare qualcosa con la promessa che noi ci impegneremo a fare qualcos'altro.
Entrambe le situazioni generano una specie di circolo vizioso dal quale, alle lunghe, può essere difficile uscire. Sebbene si possa credere che un figlio punito sarà più ubbidiente, in realtà imponendo "sanzioni" rischiamo di suscitare rabbia, risentimento e ribellione, oltre che bugie e falsità. Del resto, basta pensare a noi stessi: ci fa piacere quando le persone ci si rivolgono in malo modo? Siamo disposti, poi, ad ascoltare con attenzione le loro motivazioni? Molto probabilmente no, e lo stesso vale per i bambini.
Non sarebbe meglio, in quei casi, ricevere comprensione, pur sapendo di aver sbagliato? Se ci sediamo davanti a un bambino e con autorevolezza cerchiamo di fargli capire dove ha sbagliato, facendolo riflettere sui motivi dei suoi gesti, forse potremo iniziare a indagare su ciò che veramente lo fa star male, e non lo fa comportare nel migliore dei modi. Probabilmente a quel punto scopriremo dei "tasti dolenti" in loro: proprio quelli che originano la negatività.
Proviamo allora a mettere da parte minacce e imposizioni. Non è facile, è vero, ma vale la pena tentare. La paura, del resto, non è affatto uno stato d'animo produttivo. Se riusciamo a far capire ai bimbi cosa vogliamo, quali sono le nostre motivazioni, connettendoci con loro con empatia e non solo con la frustrazione di doverli punire o ricompensare, probabilmente si otterranno cose grandi.
In fondo, si tratta un po' della differenza tra comandare ed essere un vero leader. Il leader sa come motivare e, allo stesso tempo, come farsi ascoltare e farsi ubbidire senza mortificare chi è sotto di lui. Questo genera un modello positivo e duraturo, utile - nel nostro caso - allo stesso bambino per costruire i suoi rapporti da adolescente e adulto. E, quando capiamo una cosa fino in fondo, senza minacce e senza paura, sappiamo anche come accettarla.
Non è affatto semplice, e nessuno qui vuole affermarlo. Sono molte le ricerche psicologiche e pedagogiche, però, che supportano questo modello di disciplina positiva. Sta a noi provare, così come spetta a noi indirizzare i piccoli sulla strada giusta. Che ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.