Una fotografa immortala il fascino glaciale e spettrale di alcune città fantasma russe
Chi non ha mai provato un'irresistibile attrazione verso un luogo abbandonato e trasformato dal passare del tempo? Il fascino che una struttura, una casa o addirittura un'intera città acquistano se non frequentate da tanti anni è veramente qualcosa di unico e inimitabile, ed è la passione di moltissimi fotografi.
Ne sa qualcosa anche Maria Passer, professionista russa che, dopo essere venuta a conoscenza della città mineraria di Vorkuta, nel nord dello sconfinato Paese, ha deciso che avrebbe dovuto recarsi lì di persona. Senza ovviamente dimenticare la sua fidata macchina fotografica. Lo scenario che si è trovata davanti e che ha condiviso con il mondo? State per vederlo: Vorkuta è una città fantasma molto particolare, perché sembra letteralmente inghiottita dal ghiaccio!
Temperature sotto zero, neve, ghiaccio ed enormi edifici in cui da anni non si vede l'ombra di un essere umano. Basterebbero queste parole per descrivere le città fantasma sorte intorno a Vorkuta, centri abitati dalla storia piuttosto cupa, ma non di meno affascinanti.
È qui che Maria Passer ha trascorso tre settimane, esplorando località che sembrano costantemente sospese in un surreale limbo tra natura e urbanizzazione.
Un tempo, questi posti, che si trovano a nord del Circolo Polare Artico, erano importanti centri minerari. Una serie di insediamenti ospitavano le persone che si dedicavano all'estrazione del carbone.
In origine, tuttavia, Vorkuta era stata fondata con la destinazione di campo di lavoro e prigionia. Insomma: non si tratta certo di un luogo allegro ma, stando a quanto ha raccontato Maria, era proprio questa essenza che voleva cogliere, in foto dall'atmosfera tanto cupa quanto affascinante.
Oggi, molti di quei villaggi minerari non sono più fiorenti come un tempo. Dopo la caduta dell'URSS, infatti, moltissime miniere sono state chiuse, cosa che ha costretto le persone che lavoravano in quei luoghi remoti e inospitali a fare i bagagli e ad andarsene per sempre.
Dietro di loro hanno lasciato centinaia di edifici deserti, proprio quelli dove avevano vissuto e lavorato.
Qualcuno, però, ha avuto il coraggio di rimanere lì, tra case abbandonate e clima glaciale, ancora c'è.
Si tratta di persone che lo hanno fatto per scelta, oppure di abitanti che non hanno fondi sufficienti per trasferirsi. Le case lì, del resto, non valgono quasi nulla, e dunque risulterebbero impossibili da vendere.
Come è accaduto nel caso della città fantasma ucraina di Pripyat, abbandonata in tutta fretta dopo l'incidente nucleare di Chernobyl, anche nei villaggi minerari di Vorkuta le persone hanno abbandonato mobili, oggetti e accessori che riempivano le loro case.
Non ne avrebbero avuto bisogno, o sarebbero stati troppo costosi da trasportare: così li hanno lasciati lì, dove sono ancora oggi, sommersi da un surreale strato di cristalli di ghiaccio.
Già, perché qui il clima davvero non perdona, e spesso le temperature scendono di molti gradi sotto lo zero.
Il gelo è riuscito a intrufolarsi praticamente ovunque, anche negli ambienti che erano stati i luoghi più intimi di tante famiglie.
Stanze, corridoi, accessori, fotografie, libri, effetti personali, mobili: tutto è ghiacciato, avvolto in un manto bianco, bello ma anche malinconico, che sembra aver congelato la vita delle persone.
Guardando le immagini di Maria Passer, effettivamente, non possiamo che rimanere rapiti dal fascino cupo di questi luoghi.
Voi che ne pensate? Che effetto vi fanno queste foto? Triste, affascinante o entrambi?